giovedì 17 marzo 2016
Sono dieci i punti che gli 80 Atenei aderenti alla Conferenza dei rettori hanno messo in evidenza.
Primavera delle Università italiane il 21 marzo
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Il prossimo 21 marzo diventa una data simbolica per l’Università italiana. La Conferenza dei rettori delle Università Italiane (Crui)  chiama a raccolta gli Atenei per lanciare un allarme sul rischio di perdita di competitività internazionale. Sono dieci i punti che gli 80 Atenei aderenti alla Conferenza dei rettori hanno messo in evidenza per inaugurare una Nuova Primavera: •    L’istruzione universitaria crea individui più liberi e più forti. La laurea aumenta la possibilità di trovare occupazione e consente di guadagnare di più. Fatto 100 lo stipendio di un diplomato, quello di un laureato è pari a 143. Un tasso di disoccupazione pari al 30% per i diplomati, scende al 17,7% per il laureati.•    La presenza di un’Università genera territori più ricchi. Attraverso trasferimenti di tecnologia, contaminazione di conoscenza, divulgazione, sanità e servizi per i cittadini, posti di lavoro diretti e indiretti, consumi dei residenti temporanei, miglior qualità della vita culturale. Un euro investito nell’Università frutta almeno un euro al territorio.•    Grazie all’Università il Paese è più innovativo e competitivo. Nonostante crisi e sottofinanziamento l’Italia si colloca all’8° posto tra i Paesi Ocse e davanti alla Cina per quantità assoluta e qualità della produzione scientifica.•    L’Italia ha il numero di laureati più basso d’Europa (e non solo). Uk 42%; Ocse 33%; Ue 21 32%; Francia 32%; G20 28%; Germania 27%; Italia 17%  •    L’Italia non investe nell’Università. Investimento in euro per abitante: Singapore 573 , Corea del Sud 628, Giappone 331, Francia 303  e Germania 304. Italia 109.•    L’Italia ha applicato l’austerity all’Università. Fondi pubblici nel 2009: 7.485 mln. Nel 2016: 6.556 (-9.9%). Fondi pubblici 2010-2013: Francia + 3,6% Germania +20%•    L’Università è in declino. Meno studenti, meno docenti, meno dottori di ricerca. 130mila studenti in meno su 1.700.000 negli ultimi cinque anni. 10mila docenti e ricercatori in meno su 60.500 dal 2008 al 2015. 5mila dottori di ricerca in meno negli ultimi cinque anni. •    Il diritto allo studio non è più garantito. Italia 0%-9% degli studenti usufruisce degli strumenti di supporto allo studio. In Germania il 10%-30% degli studenti. In Francia fra il 40% e l’80%. Inoltre in Italia il numero degli aventi diritto supera la disponibilità delle risorse.•    Personale tecnico-amministrativo e docenti non sono incentivati. Il contratto di lavoro del personale tecnico-amministrativo è fermo al 2009, gli stipendi dei docenti al 2010. Le retribuzioni sono fra le più basse d’Europa.•    Norme bizantine impediscono all’Università di essere competitivaL’Università compete nella didattica e nella ricerca con avversari internazionali snelli ed efficaci. Ma è trattenuta nel suo slancio dal peso di regole complicate. Su questi temi il prossimo 21 marzo ogni Ateneo aderente alla Crui darà vita a iniziative di riflessione interna e di incontro con i referenti del territorio. Al fine di individuare le nuove sfide da portare al centro del dibattito istituzionale e con la convinzione che solo la conoscenza può liberare il futuro dell'Italia. Il documento programmatico e la lista in continuo aggiornamento degli eventi sono consultabili su: http://www.crui.it/index.php/per-una-nuova-primavera-delle-universita.
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