venerdì 4 maggio 2018
Il riconoscimento viene assegnato agli imprenditori alla guida di aziende con fatturato pari o superiore a 25 milioni di euro. Candidature entro il 26 giugno
Imprese familiari e start up guidano il cambiamento
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Prende avvio anche quest’anno il Premio L’Imprenditore dell’Anno, riconoscimento promosso da EY, leader mondiale nei servizi professionali, con il supporto di Hsbc. Fino al 26 giugno uomini e donne alla guida di aziende, attive da almeno tre anni, con sede legale in Italia e con un fatturato minimo di 25 milioni di euro, potranno sottoporre la propria candidatura. Il Premio, giunto in Italia alla sua XXII edizione, valorizza gli imprenditori che meglio hanno saputo cogliere le opportunità del mercato creando valore per la propria azienda, contribuendo in modo significativo all’innovazione e alla crescita dell’economia italiana.
Spirito imprenditoriale, innovazione, direzione strategica, internazionalizzazione, velocità di cambiamento, responsabilità individuale e/o sociale d’impresa: questi alcuni dei criteri per l’analisi e la selezione delle candidature. La storia ultraventennale del Premio dimostra come nel nostro Paese esista un tessuto imprenditoriale capace di innovare e di rinnovarsi cogliendo i cambiamenti come opportunità.
Un’evoluzione che ha coinvolto anche le tante imprese familiari che hanno rinnovato i propri modelli di business a seguito della digitalizzazione.

Secondo una recente indagine di EY svolta su un campione mondiale di quasi 600 aziende, le imprese familiari rappresentano un grande canale di promozione di una cultura d’impresa proattiva e in grado di guidare il cambiamento. Dallo studio emergono i trend significativi che caratterizzano le imprese familiari in tutto il mondo e che si riscontrano anche nel nostro Paese: tassi di crescita mediamente superiori al Pil mondiale (+ 9,1%, contro + 3,6% previsto dal Fondo Monetario Internazionale) e molto vicini alle previsioni S&P di lungo periodo, una forte propensione all’innovazione, con piani di investimento mirati che puntano sempre più all’introduzione di nuovi prodotti e servizi e all’innovazione digitale anche nei processi produttivi. Per mantenere il passo con i veloci cambiamenti del mercato, le aziende familiari usano i social media (68%), raccolgono big data (65%) e utilizzano processi di automazione robotica (50%), tutte condizioni alla base del processo di business disruption e della nascita di nuovi settori di attività. La ricerca EY mostra che le imprese familiari sono molto attente alla protezione del business nel medio-lungo termine, hanno una forte propensione a favorire l’agilità e la flessibilità (67%) e un focus unico sull’investimento mirato nelle nuove generazioni.

Per Donato Iacovone, amministratore delegato di EY in Italia e managing partner dell’area Mediterranea: «La ricerca EY evidenzia anche per il panorama italiano, dove il family business rappresenta un asse portante, la forte attenzione delle imprese familiari alla rivoluzione digitale e alla valorizzazione del capitale umano in azienda, anche per sostenere i cambi generazionali all’interno della famiglia. Innovazione dunque, ma con attenzione alla centralità dell'identità familiare. Diversamente dal resto del mondo, dove i family business sono poco propensi a quotarsi - il 62% delle imprese dichiara di non aver mai emesso azioni per finanziarsi – in Italia sono attese per il 2018 oltre 50 Ipo di medie aziende, sostenute anche dagli incentivi fiscali per la quotazione delle pmi previsti dall’ultima finanziaria e dalla raccolta dei Pir. Una tendenza che nei prossimi anni cambierà la struttura del nostro sistema industriale».

A dimostrazione della sempre maggiore attenzione di EY ai giovani talenti e al loro percorso di crescita, dal 2015 è stato istituito il “Premio Start up”, un riconoscimento nato dalla volontà di dare spazio e visibilità a personalità giovani e brillanti che, partendo da un’idea originale e nuova, sono riusciti a dar vita ad un’impresa proponendo al mercato nuovi prodotti, nuovi processi, nuovi metodi e nuovi servizi.
In Italia, secondo i dati forniti dal Mise, alla fine del 2017 le start up erano 8.392, in crescita di oltre 2.000 unità rispetto all’anno precedente (+33%) e con una capitalizzazione complessiva di oltre 420 milioni di euro. La Lombardia continua ad essere la regione con il più alto numero di start up innovative (1.953 al 31 dicembre 2017) pari al 23,3% del totale nazionale, seguita dall’Emilia Romagna (10,3%), dal Lazio (9,8%), dal Veneto (9%) e dalla Campania (7,4%).

Secondo Luca Pellizzoni, partner EY e responsabile italiano del Premio: «Il Premio EY L’Imprenditore dell’Anno vuole essere un’occasione per far conoscere storie imprenditoriali di successo, con l’obiettivo di condividere gli elementi chiave della nostra imprenditoria e le leve per incidere su mercati globali sempre più competitivi dove la velocità di cambiamento e reazione può fare la reale differenza. Il Premio promuove da qualche anno anche iniziative di start up e ci teniamo a mantenere questo link perché riteniamo che le start up possano essere un reale veicolo di generazione innovazione e soprattutto di creazione di nuova imprenditoria».

I riconoscimenti vengono assegnati da una giuria indipendente composta da rappresentanti appartenenti delle istituzioni, dell’economia e dell’imprenditoria. Loro compito sarà individuare, tra gli imprenditori candidati, una rosa di vincitori di differenti categorie e tra questi il Vincitore Nazionale della XXII edizione del Premio. Gli imprenditori saranno celebrati nel corso di una cerimonia che si terrà a Milano nel mese di novembre.

Per iscriversi e avere maggiori informazioni visitare il sito www.ey.com/it/eoy.

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