mercoledì 1 marzo 2017
In Italia sono circa 300mila. È nato un progetto per proteggerli e ottenere risarcimenti economici, ma anche riconoscimenti legali e morali
Precari, lavoratori da tutelare
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Soltanto nella Pubblica amministrazione i precari sono oltre 179mila: per la precisione 179.446. In maggioranza sono donne: 109.709 (fonte: elaborazione Aran su dati Rgs - Igop aggiornati al 23 febbraio scorso). I lavoratori a tempo determinato "proliferano" in particolare nella scuola, nelle Regioni e negli enti locali, ma non mancano anche nei ministeri, nell'Università, nelle Aziende sanitarie. Un fenomeno tutto italiano, che spesso ha causato guerre tra poveri, ossia tra lavoratori di serie A assunti con concorso e privilegiati - ferie, malattie e maternità pagate, scatti di anzianità riconosciuti - e precari, spesso senza tutele, costretti ad accettare rinnovi su rinnovi (o supplenze su supplenze nel caso degli insegnanti) anche superiori ai 36 mesi, per non veder riconosciuto alcun diritto.

Proprio per "tutelare" questi lavoratori meno protetti, è nato il progetto Rimborsoprecari.it : è un’iniziativa frutto della collaborazione tra Gestione Crediti Pubblici e Studio legale Frisani. A un anno di distanza dal lancio dei ricorsi per il riconoscimento del diritto alla rivalutazione della pensione, queste due realtà hanno deciso di impegnarsi in una nuova e importante azione volta anche in questo caso ad arginare l’ennesima ingiustizia di questo Paese: il precariato, fenomeno “sociale” che ha dei numeri impressionanti, lavoratori che hanno diritto ad avere voce e a essere ascoltati nonché risarciti.

«Ed è per questo - spiega Silvia Malandrin, responsabile progetti per Gestione Crediti Pubblici - che tramite la creazione di Rimborsoprecari.it, abbiamo deciso ancora una volta di farci promotori di un’azione che consenta al precario non solo di ottenere un risarcimento materiale, ma anche morale: un’azione che mira a restituire un po’ di dignità a tutte le lavoratrici ed i lavoratori che per mesi e anni non hanno potuto “costruire” il proprio futuro in quanto vittime dell’instabilità del proprio rapporto di lavoro. Rimborsoprecari.it nasce con uno spirito apolitico che ha un unico obiettivo: il nostro impegno è quello di garantire al precario l’accesso alla “giustizia” senza chiedere nessun sacrificio economico, infatti non viene richiesto alcun anticipo per iniziare l'azione, mentre viene data la possibilità di chiedere la trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato e di ottenere un risarcimento del danno esentasse – e quindi al netto di ogni trattenuta fiscale e previdenziale – fino a un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale percepita durante il rapporto di lavoro a tempo determinato».

Nonostante diverse sentenze favorevoli di Cassazione e della Consulta, il numero dei lavoratori precari nel mondo statale è davvero allarmante: gli ultimi dati parlano addirittura di circa 300mila unità tra contratti a tempo determinato, collaborazioni coordinate e continuative e partite Iva fittizie. Ed è importante ricordare che tutti i precari della Pa o di Aziende partecipate dallo Stato o altro Ente pubblico che hanno prestato servizio presso il medesimo datore di lavoro per più di 36 mesi, anche non consecutivi, con contratti di lavoro a tempo determinato, con lo stesso profilo o per lo svolgimento di mansioni equivalenti e che non hanno già presentato ricorso possono essere risarciti. Inoltre Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno senza necessità di prova alcuna in quanto il danno si presume nella abusiva reiterazione dei contratti a termine per più di 36 mesi ed è determinato ex lege tra un minimo e un massimo.

«Come nostra abitudine - conferma lo staff legale dello Studio Frisani composto dagli avvocati Frisani, Rosanò e Tancredi - offriamo una prima consulenza gratuita; soprattutto ancor prima della consulenza cerchiamo di rendere chiari e cristallini i diritti dei precari in modo che tutti gli interessati ne abbiano beneficio, ciò avviene tramite un sito internet che riporta ogni informazione utile e tramite dirette facebook, abbiamo poi una mail dedicata a cui possono scriverci per la consulenza gratuita da parte dello staff legale ed un numero verde a cui chiamare per una prima conoscenza del loro caso di precari. Dopo di che consigliamo di stare molto attenti ai termini di decadenza: se non sono ancora trascorsi i 120 giorni dalla scadenza del contratto il primo passo che il precario deve compiere è quello di impugnare il contratto compilando la lettera di impugnativa con l’indicazione di tutti i contratti e/o le proroghe interessanti il tuo rapporto di lavoro (si ricorda che il ricorso è azionabile solo nel caso del superamento della durata complessiva dei 36 mesi di servizio anche non continuativo), forniamo sempre sul nostro sito e sempre gratuitamente il modello di diffida. Se sono trascorsi i 120 giorni rimandiamo alla seguente pagina: http://www.rimborsoprecari.it/sportello-informazioni/».

Per ciò che riguarda i costi c'è perfino uno slogan: Patti chiari con Rimborsoprecari, che è la filosofia di pensiero e di conseguenza il modo di lavorare della società Gestione Crediti Pubblici e dell’altra anima del progetto, lo Studio Legale Frisani. Di conseguenza grazie all’unione di queste professionalità, chi sceglierà di affidarsi a Rimborsoprecari.it per ottenere il proprio risarcimento non dovrà sostenere alcuna spesa iniziale per consulenti, avvocati o altro. Nel caso in cui il cliente non compili l’idonea certificazione reddituale allegata, sarà tenuto alla corresponsione del contributo unificato per l’iscrizione a ruolo della causa. L’importo di tale contributo – che è una tassa dovuta allo Stato per iniziare la causa e che il ricorrente pagherà personalmente presso un qualsiasi tabacchi – ammonta a 259 euro e il relativo pagamento verrà richiesto all’interessato soltanto al momento in cui si darà corso all’azione. Al momento in cui il ricorrente otterrà il proprio risarcimento, quindi solo in caso di esito positivo e di effettivo incasso delle somme, il ricorrente riconoscerà alla Gestione Crediti Pubblici a titolo di corrispettivo per la sua attività il 25% + Iva di tale risarcimento. Nel caso in cui il ricorrente ottenga anche la trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, lo stesso riconoscerà alla Gestione Crediti Pubblici Srl un corrispettivo pari a quattro mensilità lorde.

«La principale causa del diffondersi del fenomeno del precariato all’interno della Pa - conclude Malandrin - deve essere imputata a quella che è la motivazione forse più banale, ma economicamente più forte: il precariato permette di non far mai maturare la situazione lavorativa del soggetto interessato per quanto riguarda gli scatti di anzianità. Soldi risparmiati per lo Stato. Inoltre i contratti di lavoro flessibili permettono di sorvolare sul problema dell’indire concorsi pubblici.
Le cause di precariato sono tutte pendenti. Speriamo che molti aderiscano al progetto e che i giudici rendano ristoro a chi sta subendo un danno economico e morale».


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