martedì 27 febbraio 2018
L'Unione Europea ha adottato il 17 giugno gli obiettivi da raggiungere entro il 2020. Italia promossa su energia e clima
Povertà e lavoro, l'Italia è indietro sui target europei
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Migliorare l’economia e la competitività dell’Ue, tutelando il clima e rilanciando l’inclusività e la lotta alla povertà. Sono gli obiettivi principali della strategia Europa 2020 formalmente adottata dall’Ue il 17 giugno 2010. Gli obiettivi da raggiungere a livello Ue entro il 2020 sono: occupazione del 75% dei cittadini tra i 20 e i 64 anni; 3% del pil per ricerca e sviluppo; abbandono scolastico sotto il 10%; almeno il 40% tra i 30 e 34 anni con un diploma universitario; riduzione di 20 milioni delle persone in situazione di povertà o a rischio. Infine, sul fronte climatico, riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990, quota del 20% di fonti di energia rinnovabile, un aumento del 20% dell’efficienza energetica.

Gli obiettivi a livello Ue sono poi «declinati » in obiettivi nazionali per gli Stati, la Commissione pubblica un rapporto annuale sullo stato di attuazione, molti elementi confluiscono nella raccomandazioni specifiche per Paese nel quadro del Semestre Europeo. L’Italia ha per lo più target meno ambiziosi rispetto a quelli generali Ue, segno che si parte da una situazione difficile. Sul fronte del- l’occupazione, il target nazionale è di 67%, nel 2016 si era al 61,6% (contro una media Ue del 71,1%), ancora al di sotto del 2008 (62,9%). Male la lotta alla povertà: mentre il target nazionale chiede un calo di 2,2 milioni di persone in povertà (o a rischio) rispetto al 2008, nel 2016 si registravano 3 milioni in più. Decisamente migliore la situazione della formazione universitaria: il target italiano è di 2627%, nel 2016 eravamo al 26,2% (ma la media Ue è del 39%). E siamo già oltre il target sul fronte degli abbandoni scolastici: ci era richiesto un calo al 16% (contro il 19,6% del 2008), nel 2016 eravamo già al 13,8%. Meno bene il fronte della ricerca e dello sviluppo tecnologico: il target nazionale è dell’1,53% del pil (dall’1,16% del 2008), nel 2016 eravamo ancora all’1,29% (2,03% la media Ue).

La pagella è ottima per energia e clima. Ci si chiedeva un calo del 13% delle emissioni gas serra rispetto al 2005 (quando il livello era pari al 112,25% rispetto al 1990), nel 2015 siamo scesi all’84,48%. Bene anche la quota di energie rinnovabili: il target italiano è del 17%, già superato nel 2016 (17,4%, già nel 2015 eravamo al 17,5%). Infine, sul fronte dell’efficienza energetica, già centrato fin dal 2012 il target 2020 che chiede all’Italia di scendere a un consumo di 158.000 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) dalle 177.400 tep (nel 2016 siamo a 148.400 tep).

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