domenica 1 maggio 2016
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Il 25 maggio subentrerà ad Alessandro Laterza alla presidenza del Comitato Mezzogiorno di Confindustria, alla cui guida l’assemblea porrà ufficialmente Vincenzo Boccia. Si profila così un surplus di attenzione al Sud d’Italia, con il campano successore di Giorgio Squinzi e il calabrese Natale Mazzuca che, come vice, lavorerà in tandem con l’altoatesino Stefano Pan, nuovo presidente del consiglio delle rappresentanze regionali. «Vivo queste nomine proprio come un implicito invito ad avvicinare il più possibile il Sud al Nord – dice Mazzuca –, per ridurre un abissale gap economico soprattutto con la mia regione, fanalino di coda in Europa». Una situazione peggiorata dalla crisi economica? La crisi ha aumentato il gap tra Mezzogiorno e Centro-Nord. Ma non tutto il Sud è allo stesso livello. Puglia e parte della Campania fanno anche export. Ma la Calabria è la regione che sta peggio. Basti pensare che ha un Pil pro-capite di circa 13.300 euro, il 55% in meno del Trentino-Alto Adige. Per non dire del tasso di disoccupazione... Quella giovanile, tra i 15 e i 29 anni, è del 65%, quella totale è del 27%. C’è anche il Sud del Sud. È la terza regione europea più povera. A dare fiato alla speranza ci sono però risorse e potenzialità che si potrebbero innestare, agroalimentare e turismo in testa. Serve quella svolta radicale che potrebbe fare della Calabria la locomotiva d’Italia. E ora sono arrivati anche un po’ di soldi da investire. Grazie alla programmazione 2014-2020 ci sono 52 miliardi di euro di fondi tra programmi operativi regionali e nazionali, il cui 65% riguarda proprio le regioni del Mezzogiorno. Di questi, 7 miliardi in Puglia, 5 in Sicilia, 4 in Campania e 2 miliardi e 400 milioni in Calabria da spendere in 7 anni. Con il patto per la Calabria si aggiunge poi un altro miliardo e 200mila euro. In tutto 7 miliardi e mezzo. Ma i soldi non sono tutto. Cosa serve ancora per far partire questa locomitiva, come dice lei? Legalità, trasparenza e rispetto delle regole. Bisogna eliminare rendite, privilegi e clientele. Deve poter andare avanti chi ha volontà, competenza e voglia di lavorare. E basta con i soliti interventi spot che fungono solo da ammortizzatori sociali. Bisogna creare un’economia che si possa autosostenere. A partire da quali priorità? Dalle infrastrutture materiali e immateriali. C’è bisogno di collegare i territori con strade, ferrovie, porti e aeroporti per mettere insieme mobilità delle persone e delle merci. Perché l’alta velocità si è fermata a Salerno? Se per andare da Reggio Calabria a Roma ci vuole lo stesso tempo degli anni ’70 vuol dire che qualcosa non funziona. Un problema di stategie o anche di strana sparizione di fondi? Risolvere il problema dell’illegalità è imprescindibile. Il rispetto delle regole è centrale per lo sviluppo. Dobbiamo sottrarre potere alla criminalità organizzata e solo il lavoro, che ora manca, può sconfiggerla. Per il lavoro da dove si deve partire? Da visione e programmazione unitarie. Serve condivisione tra parti sociali, sistema delle imprese e politica, locale e centrale. Quando Confindustria è andata dal Papa il titolo dell’evento era «Fare insieme». E chi conosce meglio di tutti la realtà territoriale e i drammi che vi si consumano sono gli imprenditori. Ma non è che manchi anche una cultura socio-economica? Ovvio, alla base ci deve essere la consapevolezza della centralità del bene comune. Oltre a uno scatto di orgoglio. Dovremmo cambiare antropologicamente perché il nostro modo di fare è stato fallimentare. Avanti così, le previsioni della Svimez di una desertificazione industriale e sociale del Mezzogiorno potrebbe avverarsi. La Calabria in dieci anni da 2.100.000 abitanti è scesa a 1.950.000. Vanno via i giovani e stanno diventando dei precari persino gli imprenditori. Lei cosa farà quando si insedierà? Continuerò il lavoro svolto da Laterza e metterò attorno a un tavolo sistema delle imprese, sindacati dei lavoratori e governatori delle regioni. Per un progetto di sviluppo che sia davvero condiviso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Intervista Natale Mazzuca
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