lunedì 2 maggio 2016
«Nel 2015 - spiega il ministro (nella foto) - abbiamo completato la riforma del lavoro. Ora dobbiamo attuarla pienamente per ampliare le opportunità, in modo da ridurre ancora la disoccupazione, e per favorire la crescita delle imprese sane e regolari, quelle che possono creare buon lavoro».
Poletti: ancora tanto da fare, soprattutto per i giovani
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In occasione della festa del 1° maggio, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Dopo un lunghissimo periodo di crisi che ha colpito duramente il lavoro e le imprese, nel corso dell’ultimo anno l’Italia ha ripreso la strada della crescita. Grazie anche alle riforme promosse dal governo è cresciuta la fiducia delle imprese e delle famiglie, sono ripartiti gli investimenti, si sono risvegliati i consumi. E soprattutto, come evidenziano gli ultimi dati, è tornato a crescere il lavoro. Con soddisfazione registriamo, in particolare, la crescita decisa del lavoro stabile. È un fatto importante, perché il lavoro rappresenta un aspetto centrale nella vita e nell’identità di ognuno. E un lavoro stabile migliora le prospettive di vita delle persone. Nel 2015 abbiamo completato la riforma del lavoro. Ora dobbiamo attuarla pienamente per ampliare le opportunità di lavoro, in modo da ridurre ancora la disoccupazione, e per favorire la crescita delle imprese sane e regolari, quelle che possono creare buon lavoro. Per raggiungere questi obiettivi potremo contare sull’Agenzia Nazionale per le politiche attive e sull’Ispettorato nazionale del lavoro, l’agenzia unificata per le ispezioni in materia di lavoro, previdenza e sicurezza. Nonostante questi risultati positivi non dobbiamo fermarci. Resta ancora tanto da fare. In particolare, siamo consapevoli che l’impegno maggiore deve essere rivolto verso i giovani, perché il livello della disoccupazione giovanile resta ancora troppo alto, nonostante che sia sceso di oltre cinque punti percentuali rispetto ad un anno fa. Ai giovani vogliamo offrire nuove opportunità, a partire già dalla fase degli studi, puntando, come prevedono le riforme realizzate, su un più forte raccordo tra mondo della scuola e mondo del lavoro".
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