sabato 24 febbraio 2018
Oltre 14 milioni di accessi enoturistici in Italia e un giro d’affari di 2,5/3 miliardi di euro l’anno. Un settore che genera occupazione
Più attenzione al turismo enogastronomico
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Dall’analisi dei programmi elettorali dei tre principali schieramenti (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e coalizione di Centro Destra - Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia - l’Associazione Nazionale Città del Vino ha riscontrato una maggior sensibilità sul ruolo che può avere il turismo enogastronomico nel futuro turistico dell’Italia. Merito anche del continuo lavoro, fatto con altre associazioni pubbliche e private, per l’approvazione della legge sui Piccoli Comuni, del Testo Unico della Vite e del Vino e della disciplina fiscale delle attività enoturistiche nelle cantine (in legge di Bilancio 2018). Partendo da queste fondamenta la prossima legislatura potrebbe veder concluso il percorso normativo per il riconoscimento strategico del turismo del vino in Italia e per il suo sviluppo. Anche i numeri dell’ultimo rapporto sull’enoturismo in Italia lasciano ben sperare nello stato di benessere di questo comparto in controtendenza positiva nella nostra economia: oltre 14 milioni di accessi enoturistici in Italia e un giro d’affari di 2,5/3 miliardi di euro l’anno (fonte Anteprima Rapporto Turismo del Vino Città del Vino/Università di Salerno). Nell'anno dedicato al cibo e al vino italiani si spera in una spinta che possa generare ancora più occupazione.

«Da un’attenta lettura dei programmi elettorali dei tre principali schieramenti cogliamo qualche segnale positivo negli orientamenti dei partiti sul turismo e l’agricoltura – sottolinea il presidente delle Città del Vino, Floriano Zambon -. Seppur con vari distinguo, e in modo un po’ confuso, notiamo maggiore attenzione sulla materia e consapevolezza sul potenziale di occupazione, benessere, qualità della vita e dell’ambiente che può derivare dallo sviluppo di una nicchia turistica così intrecciata con i territori. A chiunque governerà l’Italia nei prossimi cinque anni ribadiremo con forza la necessità di un osservatorio sul turismo del vino, del finanziamento delle Strade del Vino e di una cabina di regia pubblico-privata che detti strategie promozionali chiare, lungimiranti e unitarie».

In particolare entrando nel dettaglio dei singoli programmi le Città del Vino giudicano positiva l’analisi del Movimento 5 Stelle laddove parla della necessità di non limitare il rapporto del turismo con la cultura, ampliando il raggio d’azione ai percorsi naturalistici ed enogastronomici, con «interventi finalizzati a sostenere il recupero del patrimonio culturale e paesaggistico». Condivisione anche sulla necessità di «una strategia unitaria e coordinata che sappia raccogliere, riconoscere e mettere a sistema i piani di promozione elaborati dalle Regioni».

Più sintetico ma con vari spunti d’interesse il programma politico delle forze di centro destra soprattutto dove si parla di «sviluppo e promozione di cultura e turismo», di «tutela dell’ambiente», di «piena diffusione delle infrastrutture immateriali» e di un altro tema sensibile delle Città del Vino, la «digitalizzazione della pubblica amministrazione».

Il Partito Democratico sposta invece l’attenzione sui servizi, la digitalizzazione e l'economia verde. Il sostegno all’agricoltura biologica e la lotta alla cementificazione selvaggia sono temi in sintonia con il progetto, ormai decennale, dei Piani Regolatori delle Città del Vino. Positivo anche l’impegno verso la digitalizzazione dell’offerta e dei prodotti e della necessità di «una promozione in grado di distinguere tra i grandi magneti turistici (luoghi che attraggono milioni di visitatori) e il patrimonio distribuito sul territorio, meno noto e meno accessibile».

«Dovremo mettere alla prova il nuovo governo su tutti questi temi raccogliendo gli aspetti positivi che arrivano dalle diverse forze politiche per arrivare a una strategia enoturistica forte e condivisa che dia un indirizzo alle Regioni con delle leggi quadro – insiste Zambon -. E poi andranno rimesse in pista le Strade del Vino e l’Osservatorio sull’enoturismo, strumento di monitoraggio fondamentale per orientare le scelte economiche e la promozione».

Per il produttore Filippo Antonelli l'agricoltura a chilometro zero e biologica potrebbe essere un'occasione per rilanciare l'enogastronomia e l'occupazione.

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