giovedì 25 aprile 2019
Il produttore di pneumatici lancia la piattaforma per promuovere la conoscenza di questa preziosa materia prima, preservarne la biodiversità e lo sviluppo delle comunità che la estraggono
Pirelli e sostenibilità, alle origini della gomma naturale
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Un viaggio che parte dall'albero della gomma e si conclude con la nascita del pneumatico, passando attraverso la descrizione della vita dei contadini e delle tecniche di coltivazione e lavorazione, tappe fondamentali del ciclo produttivo e di approvvigionamento della gomma naturale. È per promuovere la conoscenza di questa preziosa materia prima, condividere l'impegno di preservare la biodiversità e supportare lo sviluppo delle comunità ed economie locali, che Pirelli lancia “Per andare veloci bisogna saper aspettare”, la piattaforma digitale raggiungibile su pirelli.com/gommanaturale

https://naturalrubber.pirelli.com/it-it/being-fast-takes-time/

Un progetto che aiuta a capire quanto siano preziosi gli equilibri naturali e che si inserisce nel percorso avviato da Pirelli nel 2017 con la propria Sustainable Natural Rubber Policy, nata dal costante dialogo condotto dall'azienda per disciplinare l'approvvigionamento sostenibile e responsabile di gomma naturale lungo tutta la catena del valore.

“Per andare veloci bisogna saper aspettare” trae origine dal reportage realizzato dal fotografo e scrittore Alessandro Scotti tra Indonesia e Thailandia, due dei maggiori produttori del lattice estratto dall'albero della gomma, e documenta il minuzioso lavoro e il lento processo con cui si estrae il lattice (circa 3 ore per riempire mezza noce di cocco), le lunghe attese per la solidificazione della gomma in armonia e nel pieno rispetto dei tempi e dei ritmi della natura, fino al prodotto finito, il pneumatico, protagonista del mondo veloce delle competizioni sportive. Due realtà lontane, ma collegate, vengono raccontate per far comprendere i passaggi che separano il lavoro e i ritmi dei farmer dal mondo tecnologico, veloce e complesso, della produzione industriale.

Articolata in 7 sezioni (Il progetto, Il viaggio, Gomma naturale, La comunità, Natura e animali, Il nostro commitment, From white to black), la piattaforma racconta - attraverso 30 immagini in bianco e nero, i video e altri contributi, tra cui una sorta di diario di bordo realizzato da Alessandro Scotti - il viaggio attraverso l'Indonesia, l'isola di Giava e di Sumatra, le piantagioni nella provincia del Chonburi, in Thailandia. Il reportage documenta il ruolo della donna, la vita dei farmer, il cui sostentamento è legato a questi alberi così preziosi, la complessa tecnica del “tapping”, l'incisione praticata per estrarre il lattice, e la natura selvaggia, dove gli uomini convivono con elefanti, oranghi e coccodrilli. Un viaggio “from white to black”, dal bianco del lattice al nero del pneumatico, in un mondo lontano da noi, scandito dai suoni della natura e con un ecosistema equilibrato e armonico che deve essere tutelato.

«La gomma naturale è un elemento imprescindibile per la composizione di un pneumatico - spiega Filippo Bettini, chief sustainability and risk governance officer di Pirelli - e per noi è fondamentale che il processo per la sua coltura ed estrazione sia fatto in modo sostenibile, nel rispetto delle persone e dell'ecosistema nei paesi chiave di produzione, come Indonesia e Thailandia. Solo con un approccio responsabile possiamo contribuire ad assicurare un futuro a una materia prima preziosa e alle popolazioni locali che proprio dalla gomma traggono la loro fonte di sostentamento».

Gli elementi chiave dell'intero progetto sono le persone e il loro coinvolgimento a 360° lungo l'intera catena: dai fornitori, ai dipendenti, fino ai processatori locali. «Alla base di questa storia - scrive Alessandro Scotti nel diario di bordo che accompagna i navigatori alla scoperta della gomma naturale - ci sono Sofyan e Maimunah: sono i primi coltivatori che incontro. Vivono in una palafitta di assi scure immersa nell'assordante vociare della foresta, una tranquillità che brulica di azione: silenzio di attività umana e impetuoso frastuono di attività invisibile. È il ritmo della natura. Per entrare in sintonia occorre rallentare. E farlo in modo deciso, per permettere al tempo della natura di diventare il tempo degli uomini».

Con l'obiettivo di promuovere e sviluppare un approvvigionamento sostenibile e responsabile di gomma naturale lungo tutta la catena del valore - dai farmer ai dealer, dai processatori ai venditori, fino ai produttori - nel 2017 Pirelli ha emesso la Sustainable Natural Rubber Policy, elaborata sulla base di consultazioni con Ong internazionali, i principali fornitori di gomma naturale di Pirelli, i commercianti e gli agricoltori della catena di approvvigionamento, clienti automotive e organizzazioni multilaterali internazionali.

«Perseguire uno sviluppo sostenibile significa guardare sempre al domani, avendo chiaro che i capitali economico, ambientale e umano sono interdipendenti e come tali vanno gestiti. Da sempre lavoriamo per creare valore durevole, puntando sulla passione e competenza delle nostre persone, ed è questo l'approccio che si ritrova anche nella nostra sustainable natural rubber policy», sottolinea Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo e a.d. di Pirelli.

Il Modello di gestione sostenibile di Pirelli – ispirato ai Dieci Principi del Global Compact delle Nazioni Unite e alle Linee Guida sulla Responsabilità Sociale delle Imprese dettate dallo Standard internazionale ISO 26000 – si declina attraverso le diverse dimensioni aziendali: economica, ambientale e sociale. Ogni anno Pirelli registra ulteriori miglioramenti nella propria performance di sostenibilità: nel 2018, per esempio, i prodotti “Green Performance”, hanno rappresentato la metà delle vendite di Pirelli (49,8% rispetto al 43,5% del 2017) e il 57,5% delle vendite dei prodotti High Value. I positivi risultati ottenuti fino a oggi da Pirelli sono testimoniati dai numerosi riconoscimenti ricevuti: dalla leadership nel settore Auto Components del Dow Jones Sustainability Index e del Sustainability Yearbook 2019 fino all’inclusione nella Climate A list stilata da CDP per il proprio ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici.

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