lunedì 2 marzo 2009
Nel 2008 il Pil italiano ha mostrato un calo dell'1%, segnando il risultato peggiore dal 1975. E il rapporto con il Pil è cresciuto al 2,7% contro l'1,% del 2007.
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Crolla il Pil nel 2008, scendendo ai minimi storici da oltre 30 anni, confermando così l'allarme per la tenuta dell'economia italiana. L'Istat ha certificato oggi che l'anno scorso il calo del prodotto interno lordo è stato maggiore delle previsioni e cioè dell'1%. Si tratta del peggior dato dal 1975, quando il Pil segnò il -2,1%. Le stime preliminari dell'istituto di statistica prevedevano una flessione dello 0,9% e lo stesso Governo pensava di chiudere l'anno con una riduzione dello 0,6%. Peggiora anche il rapporto deficit/Pil: nel 2008 si è attestato al 2,7% rispetto al target del governo del 2,6%. Ma scende la pressione fiscale. Eppure una buona notizia c'è: la pressione fiscale è risultata pari al 42,8%, inferiore di tre decimi di punto rispetto al 43,1% del 2007. Un risultato dovuto per lo più all'effetto combinato di un aumento delle imposte dirette (+3,5%) e dei contributi sociali effettivi (+4,7%) e di una flessione delle imposte indirette (-5,1%). L'inflazione stabile a febbraio. Resta invece stabile l'inflazione a febbraio. In base alle stime preliminari comunicate dall'Istat, il mese scorso i prezzi al consumo hanno registrato un aumento dell'1,6% su base annua - segnando la stessa crescita registrata a gennaio - e dello 0,2% su base mensile. Ma la morsa della crisi non si allenta e il governo ha convocato per mercoledì le parti sociali. All'ordine del giorno "politiche per l'economia sociale e di mercato" ma secondo quanto si apprende, la riunione sarà anche l'occasione per una consultazione in vista della prossima deliberazione del Cipe. All'incontro parteciperanno tutte e 37 le sigle rappresentative. Le reazioni. Intanto, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha già fatto sapere che ad una situazione di crisi che "si aggrava mese dopo mese", servono interventi "più forti". A destare preoccupazione sono le prospettive sempre più fosche per l'occupazione. Prosegue il braccio di ferro tra governo e opposizione dopo il no del premier Silvio Berlusconi alla proposta del Pd sull'assegno ai disoccupati. Secondo ilministro del Welfare, Maurizio Sacconi, l'idea "lascia il tempo che trova" anche perchè il governo è contrario al concetto di "salario garantito" che "deresponsabilizzerebbe le persone e le imprese". L'esecutivo, spiega il ministro, è comunque pronto"al peggio" come dimostra l'entità delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali. Per, Enrico Letta, però di miliardi ne servirebbero dieci e non otto, e la proposta di Franceschini è quindi condivisibile e "sta dentro a disegni di legge già presentati in parlamento dal Pd". Via libera dell'Ue agli aiuti italiani per il settore auto. Intanto dall'Ue arriva il via libera agli aiuti italiani al settore dell'auto dopo i rilievi sollevati da Bruxelles su alcuni aspetti delle misure. "Abbiamo ricevuto i chiarimenti richiesti sul regime di aiuti al consumo, compresa l'auto - ha detto Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue alla Concorrenza - e abbiamo avuto assicurazioni sul fatto che saranno riservati a tutti e non soltanto a chi firma un protocollo con il governo".
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