venerdì 31 luglio 2020
Qualche segnale positivo sul fronte consumi sta arrivando, con il commercio al dettaglio che a giugno sale del 12,1%. Francia e Spagna peggio di noi
Stazione centrale di Milano. In attesa del treno per andare in vacanza. Si spera che anche questo aiuti a fare riamrtire i consumi

Stazione centrale di Milano. In attesa del treno per andare in vacanza. Si spera che anche questo aiuti a fare riamrtire i consumi - Fotogramma

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Il Pil tra aprile e giugno è sprofondato del 12,4%. "Una contrazione senza precedenti" nelle serie storiche dell'Istat. Dal loro avvio, era il 1995, non si era mai arrivati a tanto. Ma probabilmente un crollo del genere è un unicum da molto più tempo. Nel giro di tre mesi sono andati in fumo oltre 50 miliardi di Prodotto interno lordo. È il risultato del "pieno dispiegarsi degli effetti economici
dell'emergenza" Covid.

E la crisi non è solo italiana. Anzi. Francia (-13,8%) e Spagna (-18,5%) perdono più di noi. Siamo pressoché in linea con la media dell'euro-zona (-12,1%).

I timori che potesse andare peggio c'erano. Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, parla di "una flessione meno grave di quanto atteso dalla maggior parte delle previsioni". Gli analisti alla vigilia del rilascio dei dati ufficiali erano orientati verso un calo del 15%. Per il titolare di Via Venti Settembre questa è la prova della "solidità" degli interventi del Governo. Con l'Italia che ha quindi la possibilità di "proseguire nel percorso di graduale e costante ripresa". Anche grazie, assicura, alla spinta che verrà con "l'imminente decreto".

Le cose invece non vanno per Confindustria. Il centro studio di Viale dell'Astronomia definisce i numeri dell'Istat "più negativi delle attese". Il Csc guarda all'eredità lasciata fin qui dalla pandemia, con una variazione acquisita del Pil del -14,3% per quest'anno. C'è chi fa notare, come Confesercenti e Cgil, come nel Def di aprile l'esecutivo avesse indicato un ribasso inferiore (-10,5%).

C'è da dire che davanti a cali di una portata mai vista prima tutto appare relativo. E questo vale anche per le classifiche europee. Graduatorie che non ci vedono più fanalino di coda. Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, sottolinea come la pandemia abbia ripercussioni che "investono tutti i Paesi europei". E non c'è neppure settore che si salvi. La caduta registrata dal Pil deriva da una riduzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi, dall'agricoltura, silvicoltura e pesca, all'industria, al complesso dei servizi. Non tira la domanda interna e neppure quella internazionale.

È la fotografia di un'economia bloccata. D'altra parte il secondo trimestre è cominciato in pieno lockdown, che ha colpito interamente aprile. I più sono concordi nell'immaginare un recupero con il terzo trimestre, in coincidenza dell'estate. È quel che accadrà anche per gli economisti di Confindustria, secondo cui ci sono "le condizioni per un significativo rimbalzo della produzione industriale (e del Pil), spiegato soprattutto da un effetto base (ovvero dal confronto con livelli molto bassi raggiunti nel secondo trimestre)".

C'è però la consapevolezza che non si smaltiscono dall'oggi al domani gli effetti di una crisi di proporzioni tali. Basi pensare che in un anno la perdita del Prodotto interno lordo italiano è stata del 17,3%. Lo riconosce il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. "Temo che a livello globale le ricadute del Coronavirus saranno drammatiche non per i prossimi mesi ma per i prossimi anni". Patuanelli dice anche altro. Per rimediare alla situazione il Governo, rivela, "sta pensando a una forte iniziativa di sostegno alla domanda".

D'altra parte, fa notare, "in questo momento le attività produttive sono aperte, ma producono per il magazzino". Il motivo è semplice: "nessuno compra". Questo significa che una volta fatte le scorte l'economia potrebbe tornare a fermarsi. Ecco perché si sta pensando a "una misura impegnativa e di forte stimolo alla domanda".

Qualche segnale positivo sul fronte consumi sta arrivando, con il commercio al dettaglio che a giugno sale del 12,1% e vede riavvicinarsi i livelli pre-Covid. Ma le associazioni dei consumatori vedono nero e Confcommercio stima che con i saldi, che domani partiranno in tutta Italia e sono già iniziati a Milano, gli italiani spenderanno circa la metà rispetto allo scorso anno. Il tutto in un Paese ancora in deflazione, dove l'indice dei prezzi al consumo a luglio segna una riduzione dello 0,3%.




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