venerdì 28 maggio 2021
Il pressing dei partiti nel vertice, poi l’incontro coi leader sindacali: via le estensioni del massimo ribasso. Subappalti, si tratta sulla soglia del 40% alla luce dei vincoli Ue
Piano Ue, Draghi: via il "massimo ribasso" sugli appalti

Reuters

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Un recupero di concertazione all’ultimo secondo per sminare il rischio di tensioni sociali sui licenziamenti e sugli appalti. Mario Draghi fa partire una convocazione d’urgenza a Cgil, Cisl e Uil poco dopo aver concluso la cabina di regia mattutina con i partiti. In quella sede comprende che le divergenze con i capi politici, in particolare con Pd e Leu, sono più componibili se da Palazzo Chigi si attiverà un canale distensivo con i sindacati. Canale che vale un obiettivo importante per Draghi: chiudere il decreto Semplificazioni, accorpato alle norme sulla governance, forse già oggi, comunque in tempo con la scadenza del 31 maggio fissata insieme all’Ue. Già durante la cabina di regia con i ministri capi-delegazione Draghi aveva offerto la sua mediazione, in particolare la rinuncia ad una estensione dei campi di applicazione del massimo ribasso rispetto alle proroghe già in vigore.

Può bastare per chiudere, anche a sentire i ministri Orlando e Speranza, i più combattivi al tavolo. Si passa allora al dialogo. A Palazzo Chigi salgono Landini per la Cgil, Bombardieri per la Uil e Ganga per la Cisl. Draghi è accomodante. Ricorda che governance, semplificazioni e assunzioni nel Pnrr devono andare insieme (queste ultime saranno deliberate la settimana prossima) e che la scadenza del 31 è fondamentale per passare all’incasso della prima tranche di fondi da 26 miliardi. E fa presente che la catena di controllo del Pnrr prevede anche un tavolo per il partenariato economico- sociale, dove i sindacati hanno spazio.

Poi spiega la 'ratio' del dl Semplificazioni: se non si cambiano le procedure, dice, non si rispetterà l’obiettivo di spendere i soldi entro il 2026. Sul massimo ribasso è disposto a togliere le estensioni, ma non è disposto, il premier, a rinunciare all’appalto integrato, ovvero l’affidamento contemporaneo di progettazione ed esecuzione lavori. Quanto al sub-appalto, il premier tiene duro: la normativa europea, insiste, ha di fatto liberalizzato quest’area. C’è la necessità, insomma, di tenere insieme il rispetto del diritto Ue con «la massima tutela del lavoro e della legalità».

L’idea di partenza è prorogare almeno fino al 2023 la soglia, fissata dal governo Conte, del 40% per i lavori subappaltati: il tentativo è alzarla (si ipotizza al 60%) o superarla. Tra i punti evidenziati dal premier ai sindacati anche la riduzione delle stazioni appaltanti «a un numero molto più basso». Il metodo paga. I toni dei sindacati sono molto più distesi rispetto ai giorni scorsi. D’altra parte, il premier li ha coinvolti nella «responsabilità» di mostrare un Paese unito, in particolar modo nel giorno in cui si è chiusa la ratifica del Recovery da tutti i 27 Paesi. Sia nell’incontro personale con Enrico Letta, sia nel vertice, Draghi ha aperto a uno dei temi sollevati dal Pd, ovvero l’inserimento di una clausola che inserisce tra i criteri di aggiudicazione degli appalti una quota minima di assunzioni di giovani 'under 36' e di donne. Il nuovo testo del decreto odierno sale nel complesso a 65 articoli.

Tra i punti, l’accesso facile ai servizi digitali della Pubblica amministrazione con un nuovo sistema di deleghe a familiari per lo Spid e l’ingresso di Sogei nella piattaforma per il green pass Covid. Quanto alla governance del Pnrr, i piani restano tre: una cabina politica guidata dal premier, che di volta in volta coinvolgerà i ministri interessati per materia e, dove necessario, anche i governatori delle Regioni; il tavolo permanente con le parti sociali e una segreteria tecnica che sopravvivrà alla fine dell’esecutivo perché rimarrà in carica fino alla fine del Piano, nel 2026. In attesa della nuova corsia preferenziale per il reclutamento arrivano intanto le prime 350 assunzioni a tempo per 5 anni di ingegneri, informatici, economisti, giuristi. L’ordine è 'fare presto' e per questo vengono anche rafforzati i poteri sostitutivi esercitati dal Consiglio dei ministri nei confronti di enti locali o amministrazioni ritardatarie.

Tornando agli appalti, è in arrivo una proroga sino al giugno 2023 (e non al 2026) delle deroghe già in vigore - comprese le norme per evitare la 'fuga dalla firma' dei funzionari pubblici , con nuove soglie per gli affidamenti diretti. Il dl interviene anche su un ampio spettro di procedure che rallentano la macchina pubblica, dalla Valutazione di impatto ambientale ( Via), con l’introduzione di una super commissione con 40 tecnici. Fronte cittadini: introdotto l’accesso al Superbonus 110% con la sola Cila (comunicazione di inizio lavori asseverati), per facilitare i condomini.

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