giovedì 27 luglio 2017
Sembra aver lasciato sul tavolo tutti gli interrogativi sul futuro della Perugina l'incontro tra le parti al ministero dello Sviluppo economico. Nuovo round il 27 settembre
Perugina, apparecchiato il tavolo al Mise
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Sembra aver lasciato sul tavolo tutti gli interrogativi sul futuro della Perugina l'incontro tra le parti al ministero dello Sviluppo economico che in tanti prefiguravano invece decisivo per le sorti dello stabilimento di San Sisto (Perugia), dopo l'annuncio di Nestlè
di 340 esuberi (su circa 1.000 dipendenti), a un anno dalla firma del piano industriale per il sito umbro in cui l'azienda prevedeva, tra l'altro, di investire 60 milioni per rilanciare la fabbrica, imprimendo soprattutto un nuovo impulso alle sue produzioni di maggior appeal, come il Bacio.
"Oggi si è ufficialmente insediato il tavolo istituzionale di confronto, abbiamo fatto il punto della situazione sul piano industriale e su quello occupazionale", ha detto dopo l'incontro al Mise (avvenuto mentre la fabbrica era ferma per sciopero e con 200 lavoratori Perugina in presidio davanti alla sede del ministero a Roma) la viceministro Teresa Bellanova, che ha riaggiornato il confronto tra le parti al 27 settembre prossimo.
L'insediamento del tavolo è forse l'unica cosa su cui tutte le parti sembrano concordare, a giudicare dalle loro valutazioni post incontro. Non è univoca, infatti, la voce del sindacato: "Restano ferme le posizioni della Nestlè sui licenziamenti e questo non ci piace", dice Michele Greco, della Flai Cgil, ribadendo che l'incontro "non è andato bene" e che "l'unico aspetto positivo" è proprio il tavolo di regia convocato per il 27 settembre dal viceministro Bellanova. "Ad oggi non ci sono gli investimenti sufficienti per mantenere livelli occupazionali adeguati a fare di Perugia uno stabilimento in grado di competere sui mercati internazionali", dice il segretario nazionale della Uila-Uil, Pietro Pellegrini. Invece parla di "incontro di cui essere soddisfatti, che ha sancito un primo
passo nella giusta direzione", Massimiliano Albanese, della Fai Cisl, contrario comunque ad "accettare una discussione con
Nestlé basata su una mera ristrutturazione che preveda 340 esuberi".
L'azienda su tutta la vicenda è netta: "Procede secondo i tempi stabiliti il piano industriale Nestlé per Perugina (60 milioni di euro per ammodernare gli impianti produttivi, sostenere il marchio Perugina sul mercato domestico e sviluppare l'export) e il piano occupazionale che ne è parte integrante", dice la multinazionale di Vevey, ribadendo che "il piano presentato, l'investimento economico in corso e i primi risultati raggiunti nell'export provano che l'impegno per l'insediamento industriale di Perugia è concreto e fondato su solide basi". Per le istituzioni, parla la presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini: "Nestlè - dice - aggiorni il
piano industriale e verifichi ogni possibile opportunità che scongiuri lo snellimento dello stabilimento".

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