venerdì 13 maggio 2016
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MILANO Itassi a zero e i prezzi in discesa stanno aiutando il mercato immobiliare italiano a rialzarsi: il 2015, certifica il rapporto sul mattone realizzato dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Associazione bancaria, si è chiuso con 449mila compravendite. È il terzo anno consecutivo di crescita. Rispetto ai minimi toccati nel 2013 le compravendite hanno segnato un rialzo del 10,6%, nel confronto con gli 'anni d’oro' (il picco sono state le 877mila compravendite del 2006) il mercato è ridimensionato di quasi il 49%. La situazione va comunque migliorando. Buona parte del merito va alle politiche monetarie espansive della Bce che hanno permesso un ulteriore calo del tasso medio dei mutui, sceso l’anno scorso al 2,75% rispetto al 3,40% del 2014 (nel 2008 era arrivato al 5,55%). L’altra parte del merito va alla discesa dei prezzi. Nel 2015 il prezzo medio delle case è sceso di un altro 2,4% portando a -14,4% la svalutazione del mattone (senza considerare l’inflazione) rispetto ai picchi del 2010. Il risultato positivo è un aumento dell’Affordability Index, l’indicatore che misura la capacità media d’acquisto di un immobile. L’indice – che misura il peso percentuale della rata sul reddito e sottrae il risultato dal 30%, livello convenzionalmente considerato il massimo di indebitamento sostenibile – per la famiglia italiana media è salito per il settimo semestre consecutivo, portandosi nel 2015 dal 9,2 all’11,3%. Secondo la stima di Abi e Agenzia delle entrate il merito di questo aumento è per l’80% dovuto al calo dei tassi e per il 20% al calo dei prezzi. Ma c’è un problema. Perché calcolato sulle famiglie in cui il capofamiglia ha meno di 40 anni e che vivono in affitto, cioè quelle per cui è naturalmente più urgente l’esigenza di acquistare la casa in cui vivere, l’affordability index precipita in negativo: è al -2%. Naturalmente sta salendo (era addirittura al -12% nel 2008 e al 5,6% solo nel 2014) ma questo indicatore dice che queste famiglie «non sono in grado, in media, di poter accedere all’acquisto di una casa finanziato con un mutuo». Più precisamente, chiarisce lo studio, solo il 41% di queste famiglie, che sono 1,7 milioni, è realisticamente in grado di comprare una casa. Una percentuale che è il massimo storico ed è in miglioramento di ben 10 punti percentuali rispetto ai livelli del 2014. La ripresa vera del mattone italiano non può che partire dall’accesso di queste persone al mercato immobiliare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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