domenica 26 novembre 2017
Andrea Benigni (Ad di Eca Italia): oggi siamo un paese molto attraente per manager e lavoratori qualificati
«Per attrarre stranieri il jolly del maxi-bonus fiscale»
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«L’Italia aveva un jolly straordinario nella partita (finita poi male, con l’estrazione del vincitore, Amsterdam, da un bussolotto, ndr ) per l’Agenzia europea del farmaco». E per Andrea Benigni, amministratore delegato di Eca Italia, società leader nella consulenza per la gestione del personale internazionale, la stessa carta potrebbe essere giocata meglio nelle prossime occasioni. «Pochi hanno fatto caso – spiega Benigni – alle straordinarie agevolazioni fiscali che possono toccare a manager e specialisti stranieri che vengono a lavorare in Italia». E dire che bastava, per l’Ad Eca Italia, ripassare il decreto Internazionalizzazione del 2015, che ha visto schiacciata l’opinione pubblica sul tema del 'rientro dei cervelli', ma che conteneva soprattutto dispositivi estremamente innovativi per gli stranieri qualificati che si trasferiscono a casa nostra.

«In tema di attrazione dei talenti e pianificazione fiscale a essi correlata – continua Benigni – non è esagerato definire l’Italia il Paese europeo fiscalmente più interessante. Una detassazione del 50% del reddito di certo lo è per un manager o uno specialista francese, brasiliano, tedesco, russo che vuole venire a lavorare qui». Anche le aziende stanno facendo fatica ad accorgersi di questa leva, ormai a regime dal primo gennaio 2017. Forse i quasi 5.000 dipendenti internazionali che Ema avrebbe avuto a Milano potevano avere un certo interesse sul tema. Il termine «impatriato », contenuto nel Decreto in questione, definisce infatti non solo 'l’italiano di rientro', il cervello in fuga cioè, ma anche lo straniero che trasferisce la propria attività e residenza nel nostro Paese. «È una precisazione che aiuta a comprendere la portata di questo provvedimento – spiega Benigni – generatore di una chiara discontinuità rispetto alle tradizionali caratteristiche sistemiche del nostro Paese: ovunque il talento attrae talento, sempre. Stiamo elaborando il lutto di non andare ai campionati del mondo di calcio, ma dimentichiamo che nel 1982, nel 1994 e nel 2006, quando abbiamo giocato tre finali vincendone due, i più grandi calciatori stranieri giocavano proprio in Italia».

Il super benefit fiscale del 50% è arrivato in realtà con la Legge di Bilancio 2017, che ha modificato l’aliquota di detassazione prevista dal decreto Internazionalizzazione, uno speciale regime fiscale con l’abbattimento della base imponibile nella misura del 30% per i lavoratori 'impatriati'. «Oggi è previsto inoltre – precisa l’Ad di Eca Italia – che anche il reddito di lavoro autonomo (in precedenza l’agevolazione riguardava solo il reddito di lavoro dipendente, ndr ) prodotto in Italia da lavoratori che vi trasferiscano la residenza concorra alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50%». Per beneficiare di questa nuova agevolazione fiscale restano validi i requisiti specificati dal decreto Internazionalizzazione 2015, ovvero che gli impatriati abbiano residenza all’estero da almeno cinque anni, che rivestano ruoli direttivi o di elevata specializzazione e che si impegnino a restare in Italia per almeno due anni, «requisito quest’ultimo – conclude Benigni – che 'apre' nuovamente alla strategicità del fare Diversity management».

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