martedì 23 giugno 2009
L'Italia spende troppo per le pensioni, quasi il doppio della media dei Paesi Ocse. Lo evidenzia un rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico spiegando che da noi la spesa è pari al 14% del Pil rispetto a una media del 7,2%. La spesa pensionistica in Italia, sulla base dei dati del 2005, assorbe circa un terzo della spesa pubblica italiana (30% contro il 16% della media Ocse).
COMMENTA E CONDIVIDI
L'Italia spende troppo per le pensioni, quasi il doppio della media dei Paesi Ocse. Lo evidenzia un rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico spiegando che da noi la spesa è pari al 14% del Pil rispetto a una media del 7,2%. La spesa pensionistica in Italia, sulla base dei dati del 2005, assorbe circa un terzo della spesa pubblica italiana (30% contro il 16% della media Ocse). Allo stesso tempo, sottolinea il Rapporto, i contributi pensionistici nel nostro Paese pesano per il 33% dei salari lordi contro una media Ocse del 21%. Altro dato che emerge dal rapporto è che le pensioni delle donne in Italia sono più basse di un terzo rispetto a quelle degli uomini. E un allarme arriva anche dalla Commissione europea: "Le finanze pubbliche italiane sono vulnerabili agli squilibri interni legati all'alto debito pubblico e potrebbero portare ad un alto costo del capitale per l'intera economia, pesando così sul potenziale di crescita", si legge nel rapporto 2009 sullo stato delle finanze pubbliche della Ue. In Italia, prosegue il rapporto, la percezione dei rischi legati alla crisi deimercati è però contenuta, grazie alla "prudente risposta di bilancio del governo italiano alla recessione, insieme alla relativa solidità del sistema bancario italiano". Sul fronte politico il ministro dell'Economia Giulio Tremonti spinge per nuove regole globali: "O le regole sono capite e condivise dai popoli o stiamo preparando la nuova crisi". Secondo il titolare del Tesoro, "l'idea delle regole che devono essere globali si sta facendo strada, ma c'è chi ancora non le vuole o vuole le mezze regole della finanza che se le fa da sè". "Credo - ha aggiunto il ministro - che un mondo che deve costruire l'exit strategy, gestire l'enorme massa di debito pubblico e i rischi che ci sono di inflazione, è un mondo che, se è convinto di cavarsela con la testa e la cultura dei banchieri, va a sbattere". Dal canto suo, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha auspicato un abbassamento delle tasse su lavoro e imprese e ha detto di aspettarsi un segnale chiaro dal decreto che dovrebbe approdare in Cdm venerdì. Marcegaglia ha ricordato che nel decreto dovrebbero comparire i bonus alle imprese che non licenziano, la detassazione degli utili reinvestiti e l'aumento della compensazione tra debiti e crediti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: