domenica 1 maggio 2016
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Dopo Napoli accordi a Reggio Calabria, Catania e Palermo. Lunedì tocca a Matera. Il presidente del Consiglio promette: «Faremo ripartire il Mezzogiorno in 2 anni» E chiede di lasciare perdere «i professionisti della polemica» ROMA È il 'palco' più adatto al lavoro di Matteo Renzi, impegnato dall’inizio della sua esperienza a Palazzo Chigi a combattere i «professionisti del no», ed è dal Sud – dal suo tour in Calabria e Sicilia – che arriva ancora una volta il messaggio per una ripresa che parta dalla volontà di tutti. «Noi possiamo farcela a condizione che non facciamo solo l’elenco delle cose che non vanno e ci mettiamo tutti insieme a lavorare e a fare. I soldi ci sono». Non solo quelli non spesi, messi a disposizione dall’Europa, che restano un cruccio del presidente del Consiglio. Ma per cominciare oggi il Cipe (che parlerà anche di banda larga) stanzierà «risorse mai viste», per il «petrolio d’Italia» (un miliardo per il patrimonio culturale del Paese). E molte andranno proprio al Sud. Ancora, la «prossima settimana firmeremo il 'patto per la Sicilia' », per un valore di 12 miliardi, di cui 2,5 mld nel biennio 2016-17. Il presidente del Consiglio gira le due regioni del meridione, per portare la sua 'visione' dello sviluppo del Paese, che non può lasciare indietro il Mezzogiorno. Un progetto ampio che non contempla elezioni anticipate, dice. «Prima delle elezioni nazionali e regionali passeranno diversi mesi. Tutte le chiacchiere sulle candidature appassionano solo gli addetti ai lavori: politici, giornalisti e personale della pubblica amministrazione». I fatti sono altri. «Lunedì riapre Termini Imerese con 20 ingegneri. Sono stato il primo premier ad andare a Termini Imerese alla vigilia di Ferragosto in un giorno di caldo pazzesco: sembrava impossibile riaprirla e invece da qui alla fine dell’anno entreranno in fabbrica 250 operai». E dunque, «se l’Italia si mette in moto è perché Palermo e la Sicilia fanno la loro parte. Le nostre energie le mettiamo a disposizione di chi vuole ripartire, il futuro appartiene a chi ci crede». E «dico solo basta a chi racconta il Sud come un luogo dove va tutto male. A questi io dico di provare a dire per una volta sì». Anzi, il sud ripartirà «nei prossimi due anni. Costi quel che costi». Il premier viaggia con il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. In Calabria sceglie il Museo di Reggio per firmare il 'Patto' per la regione: 7,5 miliardi per lo sviluppo. Nella sala che ospita i Bronzi di Riace si lascia andare: «Se i Bronzi fossero altrove, non avrebbero lo stesso significato che hanno in questo luogo che racconta una storia millenaria ». E però, «dobbiamo impegnarci per creare collegamenti a questo Museo e le strutture necessarie per incrementare i visitatori ». I dati sono ancora scarsi, specie riguardo ai turisti stranieri. «L’intera area sotto Roma, quando siamo arrivati nel 2014, aveva un dato di turisti stranieri inferiore alla provincia di Bolzano». Servono infrastrutture che aiutino i turisti a fruire del patrimonio immenso che abbiamo. «Oggi qui a Reggio Calabria c’è mezzo governo. Abbiamo preso degli impegni con la Calabria ed inaugurato il Museo, ma questo non basta. Noi continueremo ad insistere sul tema dell’Alta velocità». Un pensiero, quindi, all’autostrada rimasta un cantiere per anni. «A fine luglio faremo un sopralluogo sulla Salerno-Reggio Calabria e il 22 dicembre ci sarà l’inaugurazione». Insomma, il cuore del ragionamento resta lo stesso: «Dobbiamo dare spazio all’Italia che vuole dire sì e vuole guardare al futuro». E cade bene la coincidenza di un sogno realizzato nella regione: il passaggio della squadra di calcio del Crotone in serie A. Davanti alla sciarpa che gli viene regalata, Renzi scherza: «Voglio fare un grande in bocca al lupo al Crotone», ma «io ho una sola sciarpa. I politici che cambiano squadra di calcio per prendere due voti in più, io non li voterei. Io sono sempre stato della Fiorentina». Quindi il capo del governo si sposta in Sicilia, dove ringrazia la popolazione per «la generosità » dimostrata con i migranti. E anche qui il problema delle infrastrutture resta in primo piano. A Catania per firmare il 'Patto' per la città con il sindaco Enzo Bianco, torna col pensiero al viadotto crollato a pochi giorni dall’inaugurazione. «Abbiamo fatto tutta questa strada per riaprire il viadotto? Sì, perché la Sicilia ha bisogno di serietà di cose concrete, di puntualità e di manutenzione. I grandi progetti li abbiamo tutti. Ma i grandi progetti verranno solo dopo quando i cittadini vedranno che la politica smette di buttare i soldi come i tanti fondi europei che sono stati buttati in questi anni. Come Anas c’è molto da fare. Prendiamo un impegno. Mai più scandali come quelli a cui abbiamo assistito. Mai più viadotti che crollano». © RIPRODUZIONE RISERVATA Le prima tappa del sabato meridionale di Matteo Renzi: all’inaugurazione del Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria, celebre per i Bronzi di Riace, che dopo dieci di lavori di restauro torna ad essere interamente visitabile. Le altre due tappe di Renzi, stavolta in Sicilia: al Teatro Bellini per la firma del 'Patto per Catania' con il sindaco Enzo Bianco (sopra) e all’inaugurazione della carreggiata del viadotto 'Himera' sull’autostrada Palermo-Catania (sotto) con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio.
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