giovedì 10 maggio 2012
​Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo economico, secondo il quale «è a rischio la tenuta economica e sociale del Paese» perché il disagio investe «metà della nostra società». Il premier: «Il Paese sta attraversando una fase difficile della sua storia ma l'Italia ce la farà».
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"La tenuta del Paese è a rischio". Dopo i mesi del rigore il governo riconosce i segnali di un disagio sociale crescente, parla di "angoscia" per la mancanza di lavoro e ammette la "durezza" di alcune misure decise dall'esecutivo, a cominciare dalla riforma delle pensioni."La principale fonte di responsabilità che io sento è quel disagio sociale diffuso che è legato alla mancanza dilavoro - dice Corrado Passera - e che è molto più ampio di quello che le statistiche dicono. Se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6- forse 7 milioni di persone - ricorda il ministro per lo Sviluppo economico - e se moltiplichiamo per i loro familiari arriviamo alla metà della nostra società. Non sono soltanto a rischio i consumi e gli investimenti, ma anche la tenuta economica e sociale del Paese".Parole di fiducia e incoraggiamento sono state pronunciate dal premier Monti in una lettera augurale indirizzata a Giorgio Napolitano in opccasione del sesto anniversario della elezione di quest'ultimo: "Per il Governo, e per me personalmente, Lei rappresenta un punto di riferimento sicuro, una fonte di ispirazione che ci permette di impegnarci con determinazione nella realizzazione del mandato che Lei ci ha affidato". Proseguendo, il presidente del Consiglio ha sottolineato che "Il Paese sta attraversando una fase difficile della sua storia ma, come Lei ama dire, l'Italia ce la farà perché è proprio nei momenti di difficoltà che emerge lo spirito di una nazione forte e capace di guardare lontano.In precedenza anche il ministro del Lavoro, impegnata in queste ore nel duro confronto con i sindacati sul fronte esodati, aveva riconosciuto che "la riforma delle pensioni è stata molto dura e ha creato dei problemi a molte persone e molte famiglie, problemi dei quali il governo è consapevole. Nessuna riforma del sistema previdenziale può funzionare - ha continuato - senza un buon andamento dell'economia e una riforma del mercato del lavoro".E lo stesso viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli aveva sottolineato che serve "una riduzione del peso fiscale perché il peso fiscale alto non può essere un motore per la crescita". Le preoccupazioni del governo non fanno che accrescere le inquietudini dei partiti che sostengono la maggioranza: dopo l'irritazione del Pdl contro le frasi di Mario Monti sulle "responsabilità" dei governi passati causa delle 'tragedie umane' di questi giorni, oggi è Pier Luigi Bersani ad alzare la voce con il ministro del Welfare: "Ho sentito la Fornero che dice 'prendo scelte impopolarì, qui non si tratta di popolarità o impopolarità, qui è questione di gente che rimane due anni senza pensione, senza salario, senzaammortizzatori. Non esiste, non è possibile".Prova a rassicurare Pier Ferdinando Casini che lancia un appello alle forze che sostengono il governo: "Non è il momento di abbassare la guardia, ma di alzare al guardia e di capire cosa c'è dietro l'angolo - dice il leader dell'Udc - perché il combinato disposto tra i risultati delle elezioni in Grecia e in Francia rischia di portare l'Italia non a Parigi ma ad Atene".
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