martedì 5 aprile 2016
​Le Monde: la famiglia Le Pen coinvolta nello scandalo finanziario. E la Cina blocca i siti.Residenza facile e segretezza: il Paese è un «buco nero»
L'INCHIESTA Ecco chi usa i paradisi fiscali | EDITORIALE L’amara conferma (G.Ferrari )
Panama Papers, si dimette premier islandese
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Cadono le prime teste per lo scandalo dei "Panama Papers", innescato dalle rivelazioni di milioni di documenti riservati finiti in mano a un pool di media internazionali. Dopo una seconda giornata di proteste, con manifestazioni di piazza a Reykjavik, si è dimesso il premier islandese Sigmundur Gunnlaugsson. Ieri aveva dichiarato in Parlamento che non si sarebbe dimesso "per questa vicenda" e che non ha assets in paradisi fiscali. Dalle carte dello scandalo risulterebbe invece in possesso insieme con la moglie di una società offshore sulle isole Vergini con la quale avrebbe acquistato milioni in obbligazioni presso tre banche islandesi fallite durante la crisi finanziaria del 2008. Oggi la capitolazione, di fronte alla richiesta di dimissioni da parte di 10mila manifestanti e delle opposizioni in Parlamento. Uno scandalo mondiale. Il vento del ciclone Panama Papers scuote i palazzi del potere da un angolo all'altro del globo: da Mosca a Londra, dalla sterminata Pechino. È il giorno delle smentite e delle reazioni, ma anche di nuove accuse e sospetti nei confronti di leader, vip e faccendieri coinvolti direttamente o indirettamente - secondo le carte dello scandalo - in un giro mirabolante di miliardi di dollari dirottati sotto traccia verso le inespugnabili casseforti dei paradisi fiscali. In alcuni Paesi - Panama, ma anche Australia e India - scattano già le prime indagini formali. DA PUTIN A CAMERON, CHI SONO LE PERSONALITA' COINVOLTE Le Monde: coinvolta la famiglia Le PenIntanto ogni Paese fa i conti con la "sua" Panama. Stretti collaboratori di Marine Le Pen, il "cerchio magico" della presidente del Front National, sono accusati di aver messo in piedi "un sistema offshore sofisticato" nell'ambito di Panama Papers. Lo rivela il quotidiano Le Monde. Anche Jean-Marie Le Pen sarebbe direttamente coinvolto nello scandalo finanziario di Panama Papers. Secondo Le Monde, una parte della ricchezza nota come "il tesoro" del fondatore del Front National è stata dissimulata attraverso la società offshore Balerton Marketing Limited, creata nei Caraibi nel 2000. Banconote, lingotti, monete d'oro, ci sarebbe di tutto nel "tesoro", intestato al prestanome Gerald Gerin, ex maggiordomo di Jean-Marie e della moglie Jany Le Pen. In Italia si muove l'Agenzia delle EntrateL'Agenzia delle Entrate chiederà i dati dei contribuenti italiani presenti nei 'Panama papers': migliaia di documenti di uno studio legale internazionale specializzato in paradisi fiscali. A quanto si apprende, l'Agenzia starebbe in queste ore elaborando le strategie e attivando i contatti internazionali per ottenere la documentazione, per poi attivare con rapidità le relative indagini. Per ora gli italiani citati dalle notizie di stampa come clienti dello studio Mossack-Fonseca, si smarcano. Ambienti vicini al presidente di Alitalia fanno sapere che nè "Luca Cordero di Montezemolo, né la sua famiglia possiedono alcuna società offshore". Smentite ufficiali anche per il pilota Jarno Trulli e per le banche Ubi Banca e Unicredit. 14MILA CLIENTI, LO SCANDALO IN CIFRE In Gran Bretagna Cameron nel mirinoSi aggrava la posizione di David Cameron in relazione allo scandalo 'Panama Papers'. Nuovi dettagli sullo schema attraverso il quale il padre Ian avrebbe nascosto per decenni al fisco britannico le sue fortune di broker della finanza conquistano finalmente l'apertura di alcuni giornali di Londra: dal Guardian, al Times, al Daily Mirror. La stampa rivela che Ian Cameron, morto nel 2010, avrebbe dirottato fin dal 1982 ingenti somme di denaro in Centro America, facendo ruotare in seno al board della sua società - la Blairmore Holdings - decine di prestanome caraibici. Mentre di fronte alla domanda se parte del tesoro di famiglia dei Cameron sia ancora sotto il sole di Panama, pochi accettano la balbettante risposta della portavoce del premier: "Questioni private". I nomi di notabili e donatori del Partito Conservatore britannico emergono frattanto dai leaks. E si moltiplicano le 'intimazionì al governo a agire sul serio contro le transazioni offshore. Il leader laburista Jeremy Corbyn tuona: accumulare denari in paradisi fiscali "strappa risorse ai servizi sociali". La Cina censura i siti. La Cina ha bloccato l'accesso al sito dell'International Consortium of Investigative Journalists che ha pubblicato i cosiddetti Panama Papers. Ed ha emesso un ordine di censura per rimuovere dalla stampa locale ogni riferimento allo scandalo sui paradisi fiscali di potenti e vip di tutto il mondo. Non solo, secondo quanto riporta il China Digital Times, che ha sede ad Hong Kong, sono state bloccate tutte le ricerche on line che abbiano Panama o i nomi dei cittadini coinvolti nello scandalo come chiave. Tra questi vi è il cognato del presidente Xi Jinping e familiari di almeno otto ex o attuali membri del comitato centrale del partito comunista cinese che, secondo le rivelazioni, avrebbero creato società offshore attraverso lo studio legale panamense Mossack Fonseca.
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