giovedì 26 novembre 2020
Peggiora la situazione in Irlanda, Romania, Russia e Polonia. L'Italia resiste
Si allungano i tempi di pagamento
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“L’impatto negativo della pandemia sulle imprese del Vecchio Continente è tangibile”. Lo dice Marco Preti, Ad di Cribis. Infatti, secondo lo 'Studio pagamenti' di Cribis in Irlanda, Romania, Russia, Polonia, Francia, Spagna e Germania nel primo semestre di quest’anno sono diminuite le imprese che pagano alla data di scadenza fissata.

Effetto pandemia sull'Europa

Nel periodo in questione la pandemia ha peggiorato la puntualità in diversi Paesi Ue e soprattutto in Irlanda (-16,8% imprese puntuali rispetto a fine 2019) mentre l’Italia resiste al 14° posto, guadagnando in Europa una posizione sullo scorso anno. Le imprese del Belpaese che rispettano i tempi sono il 35% (erano il 34,7% a fine 2019) mentre l’11,8% salda i conti con ritardi superiori ai 30 giorni, con un peggioramento dell’12,4% rispetto all’anno precedente (10,5%). In Europa, la puntualità dei pagamenti a fine giugno si aggrava, oltre che in Irlanda, dove le aziende che pagano alla scadenza sono scese al 30,2%. La situazione si è deteriorata in Romania (dal 20,3% di fine 2019 al 13,4%), Russia (dal 74,3% al 71,3%), Polonia (-2,8%, dal 78,7% al 76,5). In Francia, tra i Paesi con più alta incidenza di casi Covid, la puntualità è calata del 9,1%, in Spagna del 5,4% e, seppure in termini più contenuti, anche in Germania si è registrato una diminuzione del 2,1%. Al primo posto della puntualità la Danimarca, seguita dalla Polonia, Paesi Bassi, Russia e Svezia (65,2%).

Diversificazione in base ai settori

Lo studio, osserva Preti, mette in luce “lo stato di sofferenza di alcuni settori: il manifatturiero registra variazioni fino al -18% nei pagamenti alla scadenza in Paesi come Italia, Spagna e Portogallo; la ristorazione mostra un +60% nei ritardi oltre i 30 giorni in Francia, Germania, Cina e Polonia; l’edilizia un aumento del 30% dei ritardi gravi oltre i 30 giorni in Belgio, Cina e Germania; nei servizi cinematografici crescono i ritardi superiori a 30 giorni del 30% in Italia, Portogallo, Stati Uniti e Spagna. Per le aziende con una forte vocazione all’export, in questa fase sarà più importante trovare i clienti, importatori e distributori realmente affidabili”. La classifica continentale vede in ultima posizione la Romania, con appena il 13,4% di aziende che pagano alla scadenza, preceduta dal Portogallo con il 15,5% e dalla Bulgaria con il 20,8%. Per quanto riguarda le imprese che pagano con oltre 30 giorni di ritardo, la maglia nera spetta alla Grecia (34,1%), mentre Svezia (0,7%), Danimarca (0,7%) e Finlandia (0,9%) non vanno oltre l’1% di ritardi gravi. Seguono a ruota Paesi Bassi (1,6%) e Germania (1,9%). Rispetto al 2019, i ritardi gravi aumentano in Russia (dal 9% al 10,5%), Polonia (dal 4,5% al 6,7%), Slovenia (dal 6% all’8,4%) e Serbia (dal 7,2% all’8,7%).

Non va meglio in Asia ed Usa

In Asia, Taiwan è il Paese con il maggior numero di imprese puntuali (74,3%). Forte peggioramento nei pagamenti in Tailandia ma anche a Singapore, Filippine e Cina. Negli Stati Uniti lo scostamento rispetto al 2019 è lieve sia per i pagamenti alla scadenza, sia per i ritardi superiori ai 30 giorni.

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