sabato 19 novembre 2011
Alla Borsa del turismo archeologico promosse le cabine di regia nazionali per creare investimenti e occupazione.
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Cabine di regia nazionali, ossia luoghi fisici per una concertazione nuova e più efficace che individui obiettivi strategici condivisi da Regioni e Province. Per  una più incisiva politica nazionale della cultura e del turismo. Che promuova il patrimonio e soprattutto offra occasione di inserimento occupazionale. È questa la richiesta al nuovo governo partita da Paestum, dove, nell’ambito della XIV Borsa mediterranea del turismo archeologico, per la prima volta si sono riuniti gli assessori alla Cultura e al Turismo delle Regioni e delle Province autonome d’Italia, dell’Upi e con una partecipazione dell’Anci. L’obiettivo è rendere il turismo fattore di sviluppo e di crescita capace di produrre ricchezza, valore economico, investimenti e posti di lavoro. «Il tema della tutela non può essere scisso dal problema della valorizzazione per la fruizione dei beni culturali – ha detto il coordinatore della Commissione Turismo Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Mauro Di Dalmazio –. La cultura non è un bene improduttivo, ma è necessario individuare forme di gestione concreta per strutturare quel prodotto che esiste e ha le potenzialità per diventare un modello fruibile e appetibile, che crei indotto. È questa la sfida, altrimenti si tratta solo di discorsi accademici. È inoltre indispensabile evitare conflitti istituzionali tra enti preposti alle strategie turistiche».L’incontro ha prodotto un documento congiunto: «La valorizzazione del patrimonio culturale inteso nelle sue espressioni più ampie – fino all’arte e allo spettacolo – e la promozione dell’offerta turistica non possono prescindere dall’impiego delle nuove tecnologie. L’ottimizzazione dell’offerta turistica gioca un ruolo primario al fine di incrementare le ricadute culturali e le opportunità occupazionali ed economiche di settore. Si pensi, infatti, a quante e quali risorse culturali e artistiche sono ancora potenzialmente inespresse, anche e soprattutto in aree economiche svantaggiate. Ideare pacchetti turistici legati al patrimonio culturale, quale offerta specifica e altamente qualificante, e ottimizzare la commercializzazione contribuirebbe senz’altro, inoltre, alla destagionalizzazione dei flussi turistici». Ecco la necessità, quindi, di formare una nuova generazione di archeologi e di figure professionali legate alla tecnologia applicata all’archeologia, alla promozione del territorio e del patrimonio culturale. «Il turismo archeologico – ha spiegato Luigi Malnati, direttore generale alle Antichità del ministero dei Beni culturali – deve differenziare l’offerta promuovendo i siti cosiddetti minori, specialmente organizzando percorsi di visita "a rete" e tematici».
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