lunedì 25 settembre 2017
Una ricerca condotta su un campione di 619 selezionatori italiani e stranieri ha evidenziato le differenze e le richieste dei responsabili delle risorse umane
Paese che vai, curriculum che trovi
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I giovani in cerca di lavoro sempre più spesso guardano all’estero, ma per proporsi ad aziende e società di recruiting fuori dall’Italia è necessario tenere in considerazione alcuni aspetti specifici del Paese in cui si desidera cercare opportunità di carriera. Page Personnel, Agenzia per il lavoro parte di Page Group specializzata nella ricerca, selezione e somministrazione di impiegati e giovani professionisti qualificati, ha condotto una ricerca su un campione di 619 selezionatori in 12 Paesi europei per delineare quali siano gli elementi stilistici e le informazioni utili a influenzare positivamente i selezionatori dei diversi Paesi europei.

«Ci sono numerosi aspetti che accomunano l’interesse dei selezionatori nei diversi paesi europei – racconta Pamela Bonavita, Executive Director di Page Personnel in Italia - come l’importanza di evidenziare subito in apertura la precedente esperienza lavorativa, in particolar modo se effettuata in una importante azienda o in una mansione molto sfidante e l’utilizzo di una terminologia attinente al ruolo per cui ci si candida. Inoltre, nella stesura del cv, è meglio utilizzare forme impersonali considerate più professionali. La conoscenza delle lingue deve essere sostenuta da certificati riconosciuti a livello internazionale o da precedenti esperienze all’estero».


Di seguito le principali differenze evidenziate dalla ricerca:
Il numero di pagine. Nei Paesi del Sud Europa come Spagna, Portogallo e Italia, dove le aziende ricevono un altissimo volume di candidature per ogni opportunità di lavoro, è molto importante limitare il curriculum entro le 2 pagine. Il 98% dei consulenti HR italiani conferma questo aspetto, seguito dal 92% degli spagnoli e dall’85% della Turchia. In completa controtendenza mercati europei come la Germania, dove solo il 27% dei recruiter richiede un CV inferiore alle due pagine. Seguono Polonia (50%) e Svizzera (53%)

La foto. Chi intende cercare lavoro in Germania dovrebbe sapere che, nonostante le rigide leggi sulla privacy, il 100% dei selezionatori si aspetta di vedere un’immagine professionale all’interno del CV. La Polonia segue con il 79% di consulenti. Percentuali simili si trovano in Olanda, Svizzera, Spagna e Portogallo. In Italia, il 75% dei selezionatori considera la foto un elemento importante mentre in mercati come la Francia ed il Belgio la foto viene considerata un’extra - infatti, solo il 34% dei selezionatori belgi intervistati la identifica come indispensabile, mentre in Francia la percentuale raggiunge il 50%.

L’esperienza all’estero è di fondamentale importanza per i selezionatori dei Paesi mediterranei. L’Italia al vertice di questo trend con il 91% di selezionatori in accordo sulla tematica, seguita da Spagna all’83% e Turchia all’80%. Ciò è chiaramente correlato alla conoscenza di altre lingue - che viene comunemente convalidata nel caso di una esperienza lavorativa in un altro paese. I meno “esterofili” sono i selezionatori belgi e dei Paesi Bassi che confermano l’importanza dell’esperienza internazionale solo nel 26% e 37% dei casi.

Pause lavorative. Il gap lavorativo viene percepito maggiormente nei paesi con problematiche di occupazione più elevate; Italia al top della lista con il 50% di selezionatori che considera importante avere una pausa lavorativa massima di sei mesi. Segue la Spagna al 32%. L’inattività non viene invece percepita in Francia (4%) e nei Paesi Bassi (8%) dove l’attitudine culturale alla flessibilità è oramai introdotta nel mercato del lavoro.

Interessi e motivazione personali. Se si desidera ricercare delle opportunità lavorative nei Paesi Bassi è importante sapere che il 74% dei consulenti Hr troverà rilevante leggere dettagli sugli interessi personali. Lo stesso succede in Portogallo (68%) e Germania (64%). Non è così apprezzato in Spagna e Francia, dove solo il 26% e 28% dei consulenti afferma che gli interessi personali siano importanti. Lo stesso relativamente alla motivazione personale a cambiare lavoro. Nei Paesi Bassi, il 90% classifica l'inserimento di una motivazione personale come importante, segue il Belgio con il 78%.Diametralmente opposta la situazione in Spagna dove solo un consulente Hr su cinque considera importante la motivazione personale su un cv. Dato probabilmente influenzato dall'elevato volume di cv ricevuti.

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