lunedì 27 ottobre 2014
​Record di visitatori (80 mila), di vetture vendute e di consensi per il Salone dedicato alle "storiche". Un'iniezione di fascino e di ottimismo tra passato e futuro 
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Visti (anzi, non visti) i Saloni italiani - quello di Milano purtroppo è nato morto mentre il Motor Show di Bologna vive soprattutto di ricordi - sembra impossibile che Auto e Moto d’Epoca sia riuscita a portare a Padova ben 13 case automobilistiche. Invece è proprio così, e con ottimi risultati: nei quattro giorni della fiera (o  Salone?) lo scorso fine settimana infatti è stato superato il record di 74 mila visitatori del 2013, con 6 mila presenze in più.
 Espositori e venditori privati a parte, hanno avuto una bella intuizione quelle case automobilistiche che, con un investimento dignitoso, hanno deciso di partecipare alla kermesse di Padova, ottenendo ottimi risultati soprattutto dal punto di vista della visibilità. Così, a fianco di vetture icone del passato, si sono viste vetture di oggi e di domani. L’organizzazione ricordava un po’ quella delle Fiere di quartiere o quella dei mercatini stile Novegro, ma le potenzialità di Auto e Moto d’Epoca di Padova sono davvero enormi. Tanto da proporsi come l’unica e vera alternativa ai Saloni attuali, la cui formula non è più così magica. «Auto e Moto d’Epoca si conferma  il vero Motor Show d’Italia -commenta  l’organizzatore Mario Carlo Baccaglini - e boom di pubblico a parte, 4mila auto in vendita e oltre 2000 espositori ci conferma come primo mercato al mondo di questo genere».
 
Sembra incredibile, ma è successo: i vertici di case automobilistiche del calibro di Ferrari, Mercedes, Peugeot, BMW, Mercedes-Benz, Porsche, Toyota e Volkswagen insieme non solo in una stessa fiera ma addirittura su uno stesso palco. Si sono riuniti infatti  assieme al presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani e al direttore generale di UNRAE Romano Valente per parlare dell’auto che verrà. «Nessun luogo sarebbe più adatto - ha esordito Antonio Ghini direttore dei Musei Ferrari: - per parlare di futuro dobbiamo avere ben presente il passato. Da una parte ci saranno le Google car che ci porteranno al lavoro e si parcheggeranno da sole. Dall’altra però rimarrà il piacere della guida e le automobili che si useranno nei fine settimana per continuare a provarla». «Abbiamo il parco auto circolante più vecchio d’Europa – aggiunge Romano Valente dell’UNRAE -. Speriamo in una spirale positiva che riduca la pressione fiscale e inviti le persone a sostituire le auto vecchie, che inquinano di più e sono meno sicure. Il mercato ne risente».
Se c’è un mercato che scoppia di salute, invece, è proprio quello delle auto d’epoca che continuano ad aumentare di valore. «Lo fanno – dice Mario Carlo Baccaglini – perché sono belle e danno un’emozione alla guida che le auto contemporanee difficilmente riescono ad eguagliare. Le auto del futuro che sogno inseriscono le più avanzate tecnologie nelle linee personali e uniche del passato. Vorrei che fossero una diversa dall’altra e che si potessero distinguere a cinquecento metri di distanza dando gioia a chi le guida e a chi le vede per la loro bellezza, come accade con le auto d’epoca».
Un futuro che unisca tecnologia, passione ed emozione lo vede anche Gianni Oliosi, manager della comunicazione di BMW che, quest’anno, si è presentata con la futuristica i8 a propulsione ibrida. E mentre Ghini assicura: «Mai una Ferrari senza pilota», Marco Ruiz, direttore marketing di Mercedes Benz, aggiunge: «Il futuro dell’auto sarà entusiasmante come il passato, ma le Case devono avere anche il coraggio di fare scelte innovative come nel car sharing, dove abbiamo già oltre 100mila utenti».
«Parlare all’emozione, ai giovani e capire che la tradizione racchiude la via seguita dalla Case per divenire grandi» è la via da seguire anche per  il capoufficio stampa di Toyota, Claudio Grazioli. In un futuro «diviso tra auto per spostarsi e auto per la gioia di guidarle nel weekend» credono anche Eugenio Franzetti, direttore relazioni esterne Peugeot, e il direttore generale di Porsche Italia, Pietro Innocenti, che dichiara: «Porsche, nelle cui linee è già racchiusa la fedeltà alla tradizione, cercherà di offrire, in un solo prodotto, entrambe le cose».
 
Tornando ai numeri, la rassegna di Padova è stata un successo al di là delle più rosee previsioni. «La chiave per capire il successo di Auto e Moto d’Epoca -  precisa ancora Baccaglini - sono le emozioni. Noi ci rivolgiamo a tutti coloro che amano le automobili: parliamo di storia, tradizioni e futuro dell’Automotive condividendo la passione con tutti i nostri visitatori. In più continua  a premiare la scelta di affiancare auto storiche e modelli di ultima generazione perché sono due facce della stessa medaglia: il mondo dell’auto è unico ed è un mondo dedicato alla bellezza». 
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