lunedì 11 gennaio 2021
Nelle imprese artigiane, micro e piccole registrato un andamento «sostanzialmente piatto»: +0,2% rispetto all'anno precedente
Nelle imprese artigiane l'andamento delle occupazioni è risultato piatto a novembre scorso

Nelle imprese artigiane l'andamento delle occupazioni è risultato piatto a novembre scorso - Archivio

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A novembre l'occupazione nelle imprese artigiane, micro e piccole ha registrato un andamento «sostanzialmente piatto» con un aumento dello 0,2% rispetto all'anno precedente, secondo l'Osservatorio lavoro della Cna. «All'apparenza un dato positivo, considerata la crisi socio-economica persistente, ma che è stato determinato in gran parte da fattori esterni al mercato del lavoro: dal divieto di licenziamento al massiccio ricorso alla cassa integrazione guadagni. Una situazione che fa pensare al rischio di quiete prima della tempesta», si legge in una nota.

I dati dei primi 11 mesi indicano, per il 2020, l'arresto della crescita dei posti di lavoro dopo cinque anni. A novembre le cessazioni, rispetto allo stesso mese del 2019, hanno registrato un calo del 20,4% ed è stata altrettanto brusca la riduzione delle assunzioni (-22,3%). Quando l'intervento pubblico cesserà e «solo in quel momento - sottolinea la Cna - si potrà conoscere quanto effettivamente l'emergenza sanitaria avrà affetto l'occupazione in Italia e, in particolare, nelle imprese artigiane, micro e piccole».

In linea con gli anni precedenti, infine, la ricomposizione delle tipologie contrattuali: il tempo indeterminato, nettamente predominante fino a pochi anni fa, rappresenta solo poco più della metà totale ormai, per la precisione il 54,7% contro l'84,8% a dicembre 2014. Segno prima di tutto che il contratto a tempo indeterminato si sta dimostrando il più adatto alle esigenze di flessibilità delle piccole imprese, esigenze che ne costituiscono un punto di forza non secondario. Ma nel contempo anche del persistere, e non potrebbe essere altrimenti, di una grande incertezza sul futuro.

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