venerdì 24 marzo 2017
Nella notte tra sabato e domenica bisognerà spostare avanti di un'ora gli orologi. Terna calcola per il 2017 ben 104 milioni di euro di risparmio energetico, che è il motivo per cui nacque quest'idea.
Torna l'ora legale: si dorme meno ma si risparmia di più
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È una di quelle cose che, non si sa per quale ragione, in molti fanno fatica a ricordare. Tanto che la domanda arriva "puntualmente" ogni anno, all'inizio della primavera, cioè quando le giornate iniziano ad allungarsi, magari durante una conversazione con i colleghi d'ufficio o in una chiacchierata con gli amici: "Quando cambia l'ora legale?". Eppure, non è certo una novità. L'appuntamento è sempre lo stesso: l'ultimo fine settimana di marzo, per cui nel 2017 sarà questo weekend, nella notte tra sabato 25 e domenica 26. Alle 2 in punto bisognerà spostare in avanti le lancette degli orologi di 60 minuti.

Con quest'ultima affermazione si risponde così alla domanda numero due: "Si dormirà un'ora di più o di meno?". In questo caso ovviamente il sonno sarà ristretto - al contrario di quanto avvenne domenica 30 ottobre, quando le lancette vennero spostate all'indietro con l'ora solare - ma a beneficiarne saranno le tasche degli italiani. Terna, infatti, ha calcolato che il risparmio energetico per quest'anno sarà di 104 milioni di euro. La stima deriva da un minor consumo di energia elettrica pari a circa 555 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200mila famiglie. Considerando che un kilowattora costa in media al cliente domestico tipo circa 18,63 centesimi di euro al lordo delle imposte, la previsione del risparmio dovuto al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2017 è di 104 milioni di euro.

Proprio il risparmio energetico, tra l'altro, è il motivo alla base dell'intuizione. Una storia datata, quella dell'ora legale, che risale addirittura a più di tre secoli fa. L'idea venne a Benjamin Franklin (1706-1790), ma nessuno prestò particolare attenzione alla sua trovata per spendere meno in un'epoca in cui l'industrializzazione era ancora agli albori. Andò meglio al britannico William Willet: siamo agli inizi del Novecento e l'industrializzazione del Paese fece sì che nel 1916 la Camera dei Comuni diede il via libera all'ora legale che si chiamava "British Summer Time". In Italia l'ora legale fu adottata per la prima volta nel 1916 e rimase in uso fino al 1920. Da allora fu abolita e ripristinata diverse volte tra il 1940 e il 1948 a causa della Seconda guerra mondiale. Dal 1966 al 1980 si stabilì che dovesse rimanere in vigore dalla fine di maggio alla fine di settembre; dal 1981 al 1995 si decise invece di estenderla dall'ultima domenica di marzo all'ultima di settembre. Il regime definitivo è entrato in vigore nel 1996, quando a livello europeo si dispose di prolungarne ulteriormente la durata dall'ultima domenica di marzo all'ultima di ottobre.

Da 21 anni, quindi, siamo ormai abituati a questi due appuntamenti fissi con le lancette, in primavera e in autunno. Quest'anno, sempre alle 2, l'ora solare verrà ripristinata nella notte tra il 28 e il 29 ottobre. Siamo decisamente in anticipo per sperare di memorizzare una data ancora troppo lontana. Ma quasi sempre - nelle cerchie di amici, parenti e colleghi - c'è almeno una persona che se ne ricorderà. E saprà rispondere "puntualmente" alle solite due domande.

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