mercoledì 25 giugno 2014
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Flessibilità, produttività, aggiornamento, qualità. Ma anche lavoro a distanza. È su questi temi che si giocano le sfide di molte imprese, soprattutto se multinazionali. E la sorpresa è che anche le società leader di mercato in un settore come l’Ict adesso finiscono sotto accusa.È toccato a Groupon finire nel ciclone delle polemiche, con otto ore di sciopero proclamate oggi dai sindacati e una manifestazione di protesta dei dipendenti (in Italia sono 300) in una delle arterie principali dello shopping milanese, corso Buenos Aires. Il nodo principale sarebbe la volontà del gruppo – leader mondiale degli acquisti on line, quotato alla Borsa di New York – di concentrare gran parte delle attività (a partire dal marketing) in Irlanda. Non solo: secondo i sindacati, l’azienda avrebbe avuto un approccio «di intimidazione verso i lavoratori, colpevolizzandoli del trend negativo dei risultati», arrivando, durante alcuni confronti, a parlare di «corpi infetti da eliminare» e minacciando di poter anche «chiudere in Italia».Fin qui la versione di Filcams Cgil e Fisascat Cisl, che oltre a scongiurare il trasferimento all’estero, chiedono anche di migliorare l’inquadramento contrattuale e aumentare la formazione. Groupon ha replicato, negando ogni piano di ridimensionamento e dichiarando di voler assumere nuove figure professionali in diversi dipartimenti aziendali. «In anni difficili per il mondo del lavoro – ha fatto sapere l’azienda – abbiamo assunto a tempo indeterminato più di 400 giovani ai quali vengono riconosciuti anche benefici aggiuntivi come ticket restaurant, revisione annuale delle retribuzioni (l’ultima avvenuta lo scorso aprile), progetti di formazione, sistemi di incentivazione decisamente superiori alla media del mercato».Quelle raccontate da Microsoft sono invece storie più positive: "L’ufficio a cielo aperto" è il nome dell’iniziativa presentata ieri, che ha visto coinvolti i dipendenti di tre gruppi di settori diversi quali Credito Valtellinese, Alpitour World e Leitner, per testare il successo del "lavoro da remoto". «Che è un’altra cosa rispetto al telelavoro», ha precisato Vieri Chiti, direttore della divisione Office di Microsoft Italia. Durante tre giornate dedicate allo "smart working", i dipendenti di queste aziende hanno lavorato dalle piazze centrali di Sondrio, Torino e Vipiteno, le città dove si trovano i loro uffici: scopo, dimostrare che, se messa in pratica, può funzionare la flessibilità abilitata dalle nuove tecnologie, grazie alle quali è ormai possibile lavorare ovunque (in questo caso, la piattaforma cloud Office 365 e i device Windows e Windows Phone). Nell’incontro di ieri, Chiti ha presentato una ricerca Microsoft-Harris Interactive che conferma come oggi il confine tra vita personale e professionale è molto labile; il 67% di chi lavora in ufficio è in grado di lavorare anche fuori sede e solo un quarto degli impiegati afferma di non lavorare nei weekend o fuori dall’orario di ufficio. In conclusione, afferma Chiti, «grazie alla tecnologia che consente di lavorare in mobilità, gli impiegati si sentono più produttivi (92%) più collaborativi (85%) e meglio focalizzati (75%)».
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