venerdì 9 giugno 2017
Sul tavolo ci sono 32 offerte ma il rischio "spezzatino" incombe. Delrio deluso per la mancata apertura della Commissione
Bruxelles non cambia linea: il 51% in mano a compagnie europee
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Sono 32 gli interessati ad Alitalia, un numero che supera le attese, anche se per ora si tratta solo manifestazioni non vincolanti. Tra chi si fa avanti spunta Ryanair ma non per l'acquisto dell'intera compagnia, così come Lufthansa che osserva solo alcuni asset. E, almeno fino a quando non si saprà di più su candidati e progetti, si fa largo lo spettro spezzatino, ovvero lo smembramento della compagnia. E non è certo questa la strada preferita da Governo e commissari, che puntano alla ristrutturazione o alla vendita in blocco.

La partita per dare un futuro ad Alitalia entra così nel vivo. I commissari hanno iniziato ad aprire le buste, con il vincolo della riservatezza sui nomi. Ma "sono 32", fa sapere il commissario Stefano Paleari. Ora si tratta di valutare e classificare le singole manifestazioni, scartando quelle che non hanno i requisiti. Un'operazione che richiederà una decina di giorni. Seguiranno diversi step per arrivare a chiudere a ottobre,tenendo conto che la procedura di amministrazione straordinaria permette, in caso, di aprire delle finestre per far entrare nuovi soggetti. Al momento sembrerebbe potenzialmente attratta anche la statunitense Delta. Così come la stessa Etihad ha espresso volontà di rafforzare l'attuale legame.

Resta l'obbligo di proprietà del 51% in mani europee di una compagnia aerea Ue, confermando così la soglia massima del 49% per un investitore extra-Ue, ma si aprono spazi di manovra grazie alla definizione più precisa dei criteri di valutazione di Bruxelles su controllo e proprietà. È questa la mini-apertura decisa dall'Unione europea nelle attese linee guida per la valutazione delle acquisizioni dei vettori Ue. Una misura su cui il governo italiano aveva sperato per superare l'empasse su Alitalia. E che delude il ministro dei trasporti Graziano Delrio, che aveva definito "ormai irrealistica" la soglia del 49%.


Per ora parla chiaro Ryanair, che si offre per alimentare i voli a lungo raggio, il cosiddetto feedaraggio (il servizio di connessione tra i diversi aeroporti periferici e l'hub centrale). "Siamo pronti a mettere 20 aeromobili se Alitalia dovesse tagliare le rotte", spiega il portavoce della compagnia irlandese. Ma, precisa, "Ryanair non è interessata all'acquisto dell'intera compagnia". Lo stesso vale per Lufthansa, che con l'amministratore delegato, Carsten Spohr, mette le mani avanti: "Non abbiamo intenzione di acquistare Alitalia". I tedeschi però potrebbero considerare slot e flotta, visto che, ammette il ceo,"l'Italia è un mercato molto importante" con "opportunità" che potrebbero tornare utili a Eurowings, la low cost satellite di Lutfhansa.

Sezionare la compagnia non è però la soluzione ideale."Alitalia tutta intera è un asset interessante", dice il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, esprimendo fiducia.Vede positivo anche il presidente dell'Enac, Vito Riggio: il numero degli interessati va "oltre le aspettative". E anche i dati sul traffico aereo deputano a favore, nonostante il terrorismo continua la crescita, con compagnie tradizionali e low cost che si dividono a metà quasi precise la torta. In tutto ciò si continua a lavorare, con il lancio di un nuovo volo Alitalia che da ottobre collegherà Roma e Nuova Delhi ogni giorno. In agenda è in programma per domani l'incontro sulla Cigs, con i sindacati intenti a scongiurare una cassa a zero ore per il personale di terra.

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