mercoledì 12 giugno 2019
il presidente della Lazio ha confermato di avere presentato una proposta formale ai commissari. Potrebbe entrare nella cordata di Fs, dove ancora mancano soci per il 40% delle quote
Claudio Lotito, presidente della SS Lazio e possibile futuro socio di Alitalia (Foto Ansa)

Claudio Lotito, presidente della SS Lazio e possibile futuro socio di Alitalia (Foto Ansa)

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Alla fine la prima offerta formale di acquisto per Alitalia è arrivata da Claudio Lotito. Il presidente della Lazio che la settimana scorsa aveva ammesso di essere interessato alla compagnia di bandiera ha consegnato la sua proposta ai commissari martedì scorso. Non è chiaro che cosa contenga l’offerta di Lotito: l’imprenditore controlla la Lazio e tre aziende di pulizie e difficilmente può avere le risorse per comprarsi il 100% di Alitalia. Il piano di Ferrovie dello Stato, che procede faticosamente dallo scorso autunno, prevede un investimento complessivo di 900 milioni di euro per riorganizzare e rilanciare l’azienda. È possibile che Lotito abbia voluto accreditarsi apertamente come possibile partner della cordata su cui sta lavorando Fs.

Il presidente della Lazio sa che il momento è buono. Prorogata per ben quattro volte, la scadenza per l’offerta di Ferrovie dello Stato è ora fissata per sabato 15 giugno. L’azienda ferroviaria completamente controllata dal Tesoro non sembra essere riuscita a costruire la cordata necessaria. L’unica presenza sicura è quella di un’altra entità pubblica, cioè il ministero dell’Economia, che potrebbe prendere il 30%. Se a quel 30% si aggiunge il 15% di Fs si arriva a un 45%: circa 400 milioni dei 900 necessari. Si continua a parlare degli americani di Delta, che però non ha mai confermato l’entità del suo possibile impegno, ripetutamente indicato da altri come attorno al 15%. Nel migliore dei casi manca quindi un 40% per il quale potrebbe farsi avanti Lotito. Probabilmente non da solo. Matteo Salvini in televisione martedì sera è tornato a parlare di Atlantia, che ha più volte smentito ma che sicuramente ha bisogno di una Alitalia che funzioni per garantire incassi allo scalo di Fiumicino, che controlla. L’altro nome che continua a circolare è quello di Carlo Toto, che già era stato il partner industriale della disastrosa prima privatizzazione di Alitalia, quella del “Piano Fenice”.

Non è scontato, comunque, che Delta sia disposta a partecipare a questa cordata come unico soggetto straniero e anche unica società con conoscenza dell’industria aeronautica. Un conto era esserci quando l’altro partner poteva essere easyJet, un altro è partecipare a fianco del presidente della Lazio e di un ex imprenditore del settore.



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