giovedì 2 marzo 2017
Su base annua salgono dell'1% (+236mila), i disoccupati aumentano del 4,2% (+126mila), gli inattivi diminuiscono del 3,3% (-461mila)
Occupati in crescita, cala la disoccupazione giovanile
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Tasso di disoccupazione stabile all'11,9%; tasso di disoccupazione giovanile in calo al 37,9% (-1,3% rispetto a dicembre); +30mila occupati in un mese. Sono i dati Istat di gennaio, che mostrano anche un lieve aumento (+0,1%, pari a +2mila) delle persone in cerca di occupazione. Il tasso di occupazione è pari al 57,5% (+0,1 punti percentuali rispetto a dicembre). La crescita dell'occupazione riguarda gli uomini e si concentra tra gli ultracinquantenni. Gli occupati stabili crescono di 21mila unità rispetto a dicembre e gli indipendenti di 36mila, mentre calano gli occupati a termine. Gli inattivi diminuiscono dello 0,3% (-42
mila). Su base annua, gli occupati salgono dell'1% (+236mila), i disoccupati aumentano del 4,2% (+126mila), gli inattivi diminuiscono del 3,3% (-461mila).

«Da febbraio 2014 - fa notare il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - cresce di 711mila unità il numero degli occupati, 509mila dei quali sono lavoratori stabili, e il tasso di occupazione giovanile è in aumento di 1,2 punti percentuali. I dati di oggi ci consegnano un quadro complessivamente positivo del mercato del lavoro. È importante il segnale positivo che viene dal tasso di disoccupazione giovanile».

L'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi fa notare che nei mille giorni del suo governo si è ottenuto un saldo netto positivo di 488mila contratti a tempo indeterminato: «Questi sono numeri, fatti, storie. Forse non sono voti, ma certo sono volti in carne e ossa. Ancora non basta, ma il Jobs act ha restituito una speranza a molti nostri connazionali». Della stessa natura le considerazioni di numerosi deputati Pd, secondo cui il Jobs act dimostra di funzionare.

Di opinione opposta Forza Italia: «I dati del mercato del lavoro di oggi dovrebbero non esaltare più di tanto Renzi e Poletti, perchè devono essere letti con attenzione - afferma Renato Brunetta -. La crescita di 30mila unità tanto trionfale significa +0,1% in un mese. Viste tutte le risorse finanziarie immesse continua a essere un magro risultato. Agli attenti lettori dei dati non dovrebbe sfuggire neanche che la crescita occupazionale è solo nella fascia di età degli over 50. Tutte le altre fasce di popolazione perdono
occupati: Flop Act altro che Jobs Act».

Per i sindacati, invece, i dati rappresentano un timido segnale positivo, ma l'emergenza lavoro rimane e non bisogna lasciarsi andare a facili ullusioni: «Bisogna fare molto di più sul tema della mancanza di lavoro per i giovani», sostiene la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, secondo cui «una rondine non fa primavera». Per la Uil, i tassi di sviluppo restano ancora lontani dalla media Ue e l'aumento degli occupati over 50 è dovuto al ritardo nel pensionamento.

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