mercoledì 1 novembre 2017
È nella legge di Bilancio il passaggio al nuovo sistema per le trasmissioni digitali terrestri. 100 milioni di contributi
Ansa

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È nella legge di Bilancio il passaggio al nuovo sistema per le trasmissioni digitali terrestri e c’è anche una data, quella del 30 giugno 2022, per la transizione alla nuova modalità, che dovrebbe rendere obsoleti quasi tutti gli apparecchi televisivi.

Nell’articolo 89, che prevede la transizione alla tecnologia 5G e quindi la cessione della banda 700 agli operatori di telefonia, è infatti previsto che l’Agcom approvi entro il maggio del prossimo anno un nuovo piano di assegnazione delle frequenze che avverrà zona per zona, gradatamente.

I diritti d’uso delle frequenze attribuiti agli operatori sono convertiti, secondo la norma, «in diritti d’uso di capacità trasmissiva in multiplex nazionali di nuova realizzazione in tecnologia Dvb-T2», il digitale terrestre di seconda generazione, una tecnologia considerata 'salvaspazio'.

Il piano prevede anche la riforma completa della numerazione unica, il cosiddetto Lcn che è tuttora oggetto di contenzioso, che indica la posizione nel telecomando delle varie reti. In sostanza le attuali trasmissioni del digitale terrestre verranno spente. Più del 90% dei televisori attualmente nelle case degli italiani non saranno in grado di ricevere le nuove trasmissioni e richiederanno un decoder aggiuntivo o la sostituzione dell’intero apparecchio.

Lo spegnimento delle trasmissioni attuali è motivato dalla restrizione delle risorse frequenziali destinate alle trasmissioni televisive a causa della cessione al 5G della banda 700, questa (e solo questa) stabilita dall’Europa. Il processo operativo inizierà il 1° gennaio del 2020 e terminerà entro e non oltre la scadenza tassativa del 30 giugno 2022, un periodo di due anni e mezzo molto più corto dello switch off dell’analogico per il quale furono necessari sei anni.

La legge di Bilancio prevede anche una serie di stanziamenti per agevolare questo delicato passaggio. Si tratta di soldi derivanti dai proventi della messa all’asta della banda 700, dalla quale il governo prevede di incassare come minimo due miliardi e mezzo di euro. A oggi, facendo una stima molto cauta e conservativa, i televisori in funzione in Italia sono 45 milioni (anche se probabilmente sono di più).

La legge di Bilancio mette sul piatto 100 milioni di euro entro il 2022 come contributo alle famiglie per l’adeguamento delle tv in vista dello switch off del digitale terrestre attualmente in uso. Sono quindi «assegnati 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2019-2022».

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