venerdì 13 ottobre 2017
Lo storico albergo della "Dolce Vita" si arricchisce con un ristorante
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Nuovo investimento per il Marriott Grand Hotel Flora, storico albergo della "Dolce Vita" romana. La struttura in stile liberty, nata nei primi del Novecento, appartenente alla “Salvatore Naldi Group” - società dell'importante famiglia di imprenditori partenopei con una grande tradizione nel settore ricettivo - e dal 2001 finita sotto il prestigioso brand Marriott (qui hanno soggiornato, tra gli altri, nomi del calibro di Richard Nixon, Paul Getty, Christian Barnard, Joan Crawford, Cassius Clay e Federico Fellini), si è arricchita infatti di un nuovo ristorante, Flora appunto. Stile italiano con un imprinting internazionale ne sono i capisaldi, assieme a un’offerta raffinata e allo stesso tempo contemporanea. Coerente con il progetto è anche la ristrutturazione effettuata dall’architetto Stefano Mantovani, con il contributo del light designer, Filippo Cannata.

A guidare la squadra di cucina è Raffaele de Mase, chef napoletano di nascita e romano d’adozione con alle spalle importanti esperienze al fianco di Heinz Beck, Salvatore Bianco, Ludovico D’Urso e Michelino Gioia. Il suo è uno stile mediterraneo basato su una materia prima per lo più italiana e sul concetto di stagionalità, con un occhio sempre attento alle tendenze internazionali, dato il contesto. «La mia filosofia culinaria fa rima con tre – sottolinea de Mase -, il numero perfetto di ingredienti che accompagna la maggior parte dei piatti presenti nella carta del Flora. Sono tre infatti gli elementi presenti in ogni ricetta, proposti in diverse consistenze per creazioni equilibrate in un menu che cambia seguendo le stagioni. Stupire con semplicità è il messaggio che vogliamo trasmettere ai nostri ospiti­». Facili, in tal senso, risultano gli abbinamenti con i vini, che in carta spaziano dalle tante etichette del Bel Paese, Toscana in testa, a quelle dalla Francia e dalla Germania. «Il tutto però – spiega la restaurant manager, Antonella Cardella - con una filosofia che coniuga grandi classici territoriali con il desiderio di indirizzare il cliente straniero oltre opzioni “ruffiane” di facile appeal nell’ambiente di via Veneto, grazie ad un certosino lavoro di ricerca». Completano il tutto le proposte firmate dal ventiduenne Baptiste Foronda, giovane talento della pasticceria d’Oltralpe, e il bar, con possibile utilizzo anche di un grazioso dehors.

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