sabato 30 aprile 2016
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GENOVA Se i dati Istat sembrano parlare di un miglioramento sul fronte occupazionale, a detta del cardinale Angelo Bagnasco, invece, la realtà concreta appare diversa. Commentando i dati diffusi ieri dall’istituto di statistica, il porporato ha infatti affermato che «l’osservatorio delle nostre parrocchie e delle nostre comunità cristiane non registra ancora questo miglioramento che tutti speriamo, ci auguriamo e che auspichiamo ». Il presidente della Cei ha infatti ricordato che «le code di coloro che cercano il lavoro, che sono disoccupati, o che non sono mai stati occupati, continuano notevolmente, non soltanto per i giovani che sono la grande parte, ma anche per le persone di mezza età che hanno famiglia e impegni economici da onorare». L’arcivescovo di Genova ne ha parlato in occasione del convegno Formare per educare: verso una nuova etica del lavoro che si è svolto ieri a Genova all’Istituto Ravasco. «Il lavoro – ha ricordato – è fondamentale per la vita dell’uomo» e soprattutto «per i giovani, perché si facciano una famiglia, un progetto di vita perché altrimenti, come dice il Papa, non c’è dignità». Ma ha aggiunto «senza una dimensione etica, non basta il lavoro, e neppure bastano delle leggi buone, che sono pure necessarie, perché l’anima della legge, come l’anima del lavoro, è sempre un codice morale e spirituale». Il cardinale ha poi messo in guardia dal rischio della «proliferazioni di leggi». «Se ci pensiamo – ha spiegato – la moltiplicazione delle leggi è segno di debolezza da parte di uno stato e di una società. Le leggi ci vogliono eccome, servono, che siano giuste ed eque ma una società società che si illudesse di risolvere i problemi sociali, a tutti i livelli, con delle leggi, seppur buone, non ha visione». © RIPRODUZIONE RISERVATA Angelo Bagnasco
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