giovedì 28 dicembre 2017
La donna, 40 anni, ha la facoltà di accettare il lavoro domenicale. Ma quando ha rifiutato di prendere servizio il 31 dicembre, le è stato ordinato di andare per una settimana a Cuorgné.
Dipendente di supermercato rifiuta di lavorare la domenica, trasferita a 100 km
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«Siamo all’estremizzazione del tema della richiesta continua del lavoro domenicale che porta a questi eccessi». Pierangelo Raineri, segretario generale Fisascat Cisl, bolla così il caso di Susa, nel Torinese, dove una dipendente del discount Eurospin, davanti al suo rifiuto di lavorare la domenica di San Silvestro si è vista trasferire per una settimana nel supermercato di Cuorgné, sempre nel Torinese, ma a quasi 100 chilometri di distanza. «Si sacrificano i diritti delle persone – prosegue Raineri – ma se non cambiano le norme di legge la situazione non può migliorare. Speriamo che il prossimo governo si faccia carico del problema, non si può essere soggiogati a questo sistema punitivo, con casi gravi che pesano sulle famiglie».

Anche perché la donna, 40enne con due figli piccoli e un marito disoccupato a causa del fallimento dell’azienda in cui lavorava, e forte di un vecchio contratto – è dipendente da una dozzina di anni – può decidere su base volontaria se lavorare la domenica. Quando le viene chiesta la disponibilità al lavoro la domenica lei rifiuta. Ma a stretto giro le viene comunicato che da lunedì 18 sarebbe dovuta andare a Cuorgnè per una settimana con orari 'difficili'. Il 18 la donna si presenta nel supermercato di Susa e quando le viene ordinato di andare a Cuorgnè si sente male e viene ricoverata all’ospedale di Susa dove il referto medico conferma «lo stato d’ansia».

La donna parla di «accanimento nei suoi confronti» ricordando un precedente che risale all’anno scorso quando rifiutò di seguire un corso a Verona e venne trasferita per due giorni a Orbassano, cosa che accettò vista la relativa vicinanza.

Ieri è tornata nel 'suo' supermercato e nessuno le ha comunicato qualcosa. «Vivo con l’angoscia che possa capitare di nuovo e che ci siano altre ritorsioni» è ora il suo timore. Naturalmente è una storia non destinata a finire in una bolla di sapone: Sabatino Basile, responsabile torinese della Fisascat Cisl dice che «L’Eurospin ha compiuto un atto scorretto e di prepotenza contro una donna, questa storia è già in mano ad un avvocato e non finisce qui» perché «da tempo questo marchio ha atteggiamenti ostili verso i lavoratori che si rifiutano di lavorare la domenica, non è il primo caso».

E rincara la dose spiegando che, tra l’altro, l’azienda costringe i dipendenti da tutta Italia a recarsi a Verona per i corsi di formazione e le visite mediche.

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