venerdì 3 luglio 2020
Il 54% vivrebbe o ha già vissuto all'estero, scelta dettata dalla ricerca di un buon lavoro e dalla volontà di non vivere più coi genitori
Giovani sfiduciati e alla ricerca di un lavoro all'estero

Giovani sfiduciati e alla ricerca di un lavoro all'estero - Archivio

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In Italia ogni 350 euro spesi in pensioni un euro viene speso in educazione. I giovani in Italia fanno fatica a lavorare ed emanciparsi, infatti il 54% vivrebbe o ha già vissuto all'estero, scelta dettata dalla ricerca di un buon lavoro e dalla volontà di non vivere più coi genitori, condizione quest'ultima che accomuna il 56% dei giovani italiani della fascia 18-34 anni. È uno dei tassi più alti d'Europa. Ricchezza privata e spesa pubblica riflettono quindi lo squilibrio di potere che caratterizza il rapporto tra le
generazioni in Italia sebbene i giovani sembrerebbero esserne poco consapevoli. Ci troviamo quindi con 600mila laureati italiani che scelgono l'estero, soprattutto dalla Lombardia e verso Londra. Se questo è il
quadro, quali prospettive per i giovani in Italia nel post-Covid?. Sono solo alcuni dei dati proposti da Lorenzo Newman, direttore e co-fondatore di Learn More. Di conflitto intergenerazionale e politiche per i giovani al tempo dell'emergenza socio-economica connessa alla pandemia si è dibattuto in occasione della presentazione in anteprima del rapporto Next Generation Italy. Al centro della discussione le risultanze di questo report che nel 2019 ha coinvolto 2015 giovani in interviste, sondaggi e focus group con l'obiettivo di raccogliere dati per esplorare i bisogni, le potenzialità e le aspirazioni dei giovani e, quindi, porre le basi per un più soddisfacente impianto di politiche giovanili.

I giovani italiani, rileva l'Ocse, entrano nel mercato del lavoro intorno ai 25 anni. L'idea che emerge da Next Generation Italy è che l'ottimismo dei giovani si spegne non appena si confrontano col mercato del lavoro. Per esempio, se si chiede ai ragazzi cos'è più importante per ottenere un lavoro
in linea con le proprie aspettative, fintanto che hanno tra i 18 e i 22 anni rispondono per il 30% che è importante l'istruzione, mentre solo il 14% considera la raccomandazione; invece, nella fascia d'età 27-30 anni solo il 23% insiste sull'istruzione, mentre il 19% risponde che è importante farsi raccomandare.

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