mercoledì 18 gennaio 2017
Gruppo Abele, Libera, Cnca e Rete della conoscenza hanno creato con la Casa della Carità di Milano l'associazione Numeri Pari per lavorare assieme, per la giustizia sociale e la dignità
Il logo della nuova rete

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«Abbiamo il dovere di alzare la voce quando in molti scelgono un prudente silenzio: non vogliamo un’Italia e un’Europa a doppia corsia, da una parte le élite e dall’altra poveri, migranti, giovani». Don Luigi Ciotti introduce così la presentazione di Numeri Pari, rete contro le diseguaglianze, per la giustizia sociale e la dignità, che nasce dalla collaborazione tra Gruppo Abele, Libera, Cnca e Rete della conoscenza. Aderisce la Casa della Carità di Milano di don Virginio Colmegna. Una collaborazione che raccoglie il testimone della campagna Miseria Ladra, di Libera e Gruppo Abele.

«Dobbiamo unire le forze per diventare una forza: è il "noi" che vince». Alla presentazione c’è anche Leopoldo Grosso del Gruppo Abele; Don Armando Zappolini del Cnca, Giuseppe De Marzo di Libera, Martina Carpani della Rete della conoscenza, Viola De Andrade Piroli di Baobab experience. Nessuna nuova struttura associativa, ma un coordinamento di chi si ritrova nel «Documento base»: rilancio del contrasto alle disuguaglianze, sfratti zero, adeguamento del fondo nazionale sociale, investimento sull’infanzia a partire dagli asili nido, reddito di dignità, spesa sociale fuori dal patto di stabilità, più economia civile, accoglienza diffusa dei migranti.


«Uno stimolo positivo per valorizzare le cose belle delle città, delle amministrazioni e della politica, ma che deve agire – chiarisce don Ciotti – in modo libero, senza etichette, senza che nessuno ci metta il cappello. Per poter chiedere ciò che è giusto per tutti e per il bene comune». Certo, «la responsabilità non è solo della politica, ma anche nostra ». Ma Ciotti ricorda che «qualcuno s’è scordato che la politica nasce dall’etica: oggi spesso hanno divorziato, se no non staremmo così». Don Zappolini scherza: «Quando al G8 di Genova dicevamo le stesse cose che oggi dice papa Francesco ci prendevano a manganellate... ». Leopoldo Grosso giudica assolutamente insufficiente il miliardo e mezzo stanziato dal governo per il reddito di inclusione, mentre «ne sono stati trovati 20 per il 'salvabanche' ». E Giuseppe De Marzo invita a «non confondere il reddito di dignità richiesto da Numeri Pari col reddito di cittadinanza di Beppe Grillo». Viola De Andrade Piroli ricorda la mobilitazione volontaria e di base dei cittadini romani che in 18 mesi hanno assistitito 60mila richiedenti asilo, per lo più del Corno d’Africa, che sono transitati per Roma. E parla di «assoluta continuità nel vuoto assoluto di interventi «dalla giunta Marino, dal commissario Tronca e ora dalla giunta Raggi, che il 30 dicembre ha perfino sciolto il tavolo creato tra Campidoglio e volontari per cercare soluzioni».

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