sabato 17 ottobre 2020
Ricerca di due anni sulle realtà nate sul territorio per combattere le diseguaglianze
Mutualismo solidale per ripartire
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Reciprocità e condivisone degli obiettivi per combattere le diseguaglianze e la povertà. Il mutualismo solidale diventa oggetto di studio: un sistema di solidarietà costruito dal basso che può e anzi deve diventare un modello per le istituzioni. Soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. «La pienezza del vuoto, studio e analisi delle pratiche di mutualismo solidale» è il titolo del progetto che è stato presentato ieri nel corso del Festival della Partecipazione, da Rete dei Numeri Pari, Forum Disuguaglianze Diversità e Gran Sasso Science Institute. Nei prossimi due anni sarà realizzata un’indagine sul campo condotta da cinque ricercatori su 112 esperienze in tutta Italia, affiancata da seminari e attività di formazione. Il mutualismo, non è infatti soltanto una risposta ai bisogni dei cittadini, ma propone nuove forme di relazioni sociali, con riflessi sull’economia e sui processi decisionali. Combatte le diseguaglianze creando lavoro e servizi sul territorio e al tempo stesso rappresenta un argine contro la criminalità. «Per la prima volta vengono studiate dal mondo accademico le risposte sociali che le comunità hanno costruito in assenza di risposte politiche – spiega Giuseppe De Marzo della Rete dei Numeri Pari –. Solo attraverso la cooperazione possiamo cambiare un modello economico e sociale diventato insostenibile. L’obiettivo è restituire voce a chi affronta le emergenze. La pandemia ci pone di fronte a problemi complessi e interdipendenti per il quale serve un approccio sistemico multidisciplinare che comprende salute, trasporti, sanità e lavoro».

Il punto di partenza dello studio saranno le realtà che costituiscono l’ossatura della Rete dei Numeri Pari: parrocchie, associazioni, cooperative, centri antiviolenza, scuole e comitati. Oltre 600 realtà che costituiscono una sorta di geografia della speranza. «Non è vero che dobbiamo accettare le diseguaglianze, ci sono decine di migliaia di italiani che hanno realizzato grandi cose unendo le loro forze» sottolinea De Marzo. Dalla fabbrica di Trezzano sul Naviglio riconvertita con la creazione di 90 posti di lavoro alla rete di solidarietà per i lavoratori di Pomigliano d’Arco al progetto 'Famiglie in rete' di Castelfranco Veneto per sostenere ragazzi con gravi difficoltà scolastiche. E ancora mense, doposcuola, palestre, dentisti e psicologi a prezzi contenuti. «Sono stati estratti a sorte 112 estratti progetti, divisi in quattro aree, cibo, lavoro servizi e cultura, che verranno studiati dai ricercatori e dai quali si partirà per creare un modello strutturale» continua De Marzo. «Il mutualismo non è una forma di volontariato ma è basato sulla reciprocità, sulla solidarietà e sulla condivisione degli obiettivo. Non c’è insomma un atteggiamento paternalista ma la voglia di costruire insieme il bene comune. Perché non si può essere sani in un pianeta malato».

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