martedì 5 giugno 2012
È morto a Parigi a 87 anni il banchiere francese Antoine Bernheim, che fu a lungo presidente delle Assicurazioni Generali. Lo ha fatto sapere la sua famiglia, secondo quanto riporta la stampa francese. ​
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Addio ad Antoine Bernheim, il grande protagonista del mondo finanziario francese e italiano degli ultimi 40 anni, amico di Enrico Cuccia, già al vertice della banca d'affari Lazard, a lungo presidente delle Generali e vice presidente di Mediobanca. La morte di Bernheim, nato nel settembre 1924 e dunque 87enne, giunge a soli due anni dalla sua vera uscita di scena, il traumatico e assai combattuto allontanamento dalla presidenza della compagnia triestina per limiti d'età che lo aveva "condannato" alla pensione. Quasi simbolicamente inoltre, Bernheim scompare solo tre giorni dopo la cacciata dalle Generali di Giovanni Perissinotto, il manager che insieme a lui e a Sergio Balbinot ha costituito il 'triangolò alla guida del Leone dal 2002. Bernheim apparteneva alla grande borghesia ebrea francese. Figlio di Leonce Bernheim e di Renee-Marcelle Schwob d'Hericourt, inizia a lavorare presso Bourjois, un'azienda di cosmetici della famiglia Wertheimer. Negli anni '60 entra in contatto con il banchiere Andrè Meyer e dal 1967 diventa partner della prestigiosa Lazard per cui segue dapprima il settore immobiliare e poi quello assicurativo. Dagli anni '70 si fa vedere sempre più spesso in Italia dove stringe rapporti con Enrico Cuccia, presidente di Mediobanca, con cui Lazard costituisce la misteriosa finanziaria Euralux, su cui il velo verrà alzato solo molti anni dopo, che raggruppa un robusto pacchetto di titoli Generali. Da questo momento la sua storia si intreccia con Trieste e con via Filodrammatici (ora Piazzetta Cuccia) dove ha sede Mediobanca. Nel 1973 entra nel consiglio del Leone, nel 1990 ne diventa vice presidente; in Mediobanca è vice presidente dal 1988. Amante del bridge, poco mondano, Bernheim frequentava Crans sur Sierre, dove possedeva uno chalet. Legato a Cuccia da una solida amicizia, tanto che il banchiere siciliano è testimone del matrimonio della figlia Martine con il nobile Napoleone Domenico Orsini. Lo stesso Orsini che lo scorso mese ha preso la parola all'assemblea delle Generali per cercare una tregua nel contenzioso economico avviato da Bernheim dopo la sua uscita dal gruppo.  Il banchiere diventa sempre più "italiano" - anche se fino all'ultima assemblea, quella del 2010, continuerà sempre a esprimersi in francese - assumendo la presidenza delle Generali nel 1995, fino al 1999, quando viene estromesso. "Procurai al giovane Gerardo Braggiotti, proveniente da Mediobanca, un posto in Lazard - spiega poi in un'intervista - loro sospettarono che volessi sfilare a Mediobanca i maggiori clienti. Stupidaggini, sia Maranghi che Cuccia mi hanno poi chiesto scusa". Nel settembre 2002 torna però in sella, prendendo il posto di Gianfranco Gutty, in uno dei numerosi "regicidi" che hanno sempre costellato la storia di Generali. Da allora, per otto anni, con Perissinotto e Balbinot, si instaura a Trieste un'epoca di tranquillità e di crescita, i cui risultati vengono sempre vantati dal banchiere francese.Nel 2010 il commosso addio: Bernheim, 85 anni, non viene inserito nel cda in via di rinnovo e lui polemicamente si sfoga in un lungo intervento in assemblea: "Non sono un vecchio rimbambito - afferma - Cuccia guidava Mediobanca a 93-94 anni. Ho fatto un lavoro molto buono, ma ho dei nemici". E in un'intervista al Piccolo quasi presagisce la fine non lontana: "Dal giorno dopo l'assemblea per me sarà una prova tremenda chiedermi cosa farò. Forse è vero che sono vecchio, ma per vivere occorre far girare i neuroni e io ho bisogno di lavorare. In Lazard ho visto tanti presidenti di aziende grandi e grandissime che quando incontravo magari per caso due anni dopo la loro pensione parevano relitti umani". La presidenza onoraria delle Generali, la passione per il bridge non gli bastano, e proprio due anni dopo il forzato allontanamento giunge l'addio.
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