venerdì 3 febbraio 2012
​Il premier ritorna sulla frase sulla "monotonia del posto fisso": «Fuori da contesto si presta a equivoci, ma gli italiani hanno troppa diffidenza verso la mobilità e il cambiamento».
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​«Se per posto fisso intendiamo un posto di lavoro che ha una sua stabilità e delle tutele a ovvio che è un valore positivo», ma i giovani devono «abituarsi» a cambiare spesso lavoro e anche Paese, mentre «gli italiani, anche i giovani, hanno in genere troppa diffidenza verso la mobilità e il cambiamento». Mario Monti, in una intervista a Repubblica.it torna sulla frase pronunciata a Matrix sulla monotonia del posto fisso. «La sfida del cambiamento di lavoro nel corso della vita è una cosa positiva e che stimola», ha spiegato il presidente del Consiglio, che ha ricordato come «creare lavoro per i giovani deve essere non solo un obiettivo importante, ma quello centrale» del governo. «Inviterei tutti a non pensare necessariamente a un proprio futuro in Italia, come credo che un americano non pensi necessariamente al proprio futuro in America». Mario Monti è tornato a esortare i giovani a una prospettiva più «in movimento». «Suggerirei - dice il presidente del Consiglio nell'intervista a RepubblicaTv - di fare tranquillamente la scuola in Italia, di cercare degli stage durante l'Università all'estero, in aziende o altre università, e poi un periodo di specializzazione anche quello magari all'estero». Insomma, il suggerimento nel quadro dell'alternativa alla «monotonia del posto fisso», è quello «di comporre un percorso a segmenti che siano multipli».L'art. 18 è «un tema centrale della discussione, uno dei tanti» sul tavolo del dibattito sulla riforma del mercato del lavoro, ha affermato ancora il premier sottolineando che il dibattito sulla norma dello Statuto dei lavoratori in passato «sembrava una contrapposizione tra Orazi e Curiazi», con chi «lo considera la punta offensiva della spada mentre altri il centro dello scudo difensivo». Ebbene, dice Monti, «è ora di passare dai simboli, dai miti alla realtà pragmatica». «Stiamo vedendo come contemperare - spiega Monti - la continuità del rapporto di lavoro con forme che non scoraggino le imprese dall'assumere maggiormente, comparandoci anche con la realtà internazionale». L'Italia, spiega il presidente del Consiglio, nei decenni passati si è caratterizzata per «avere una perfezione, una purezza di diritti in astratto senza pari in altri Paesi», che però si è poi tradotta in «scarsa garanzia per quelli che dovevano essere tutelati da quei diritti».L'articolo 18 poi, continua Monti, per come «viene applicato in Italia sconsiglia l'arrivo di capitali stranieriin Italia, ma anche di capitali italiani». Ovviamente, aggiunge, «il governo non ha potere di intervento su come la giustizia viene amministrata», ma «ci possono essere chiarimenti o modifiche legislative che danno nuovi paletti a chi deve amministrare una legge».Tobin tax? «Ho l'impressione che questa sia la volta buona», aggiunge Mario Monti che a RepubblicaTvtorna a ribadire che «a differenza del governo precedente, che era contrario, questo è propenso all'introduzione di una tassa sulle transazioni». Nuovamente, il presidente del Consiglio paragona la tassa sulle transazioni finanziarie «al mostro di Lochness, espressione autenticata dallo stesso Tobin per dire che entra e poi esce nel dibattito: questa - dice allora Monti - ho l'impressione che possa essere la volta buona perchè la dimensione delle transazioni finanziare è stata così importante, così ingente, da far avvertire da più parti la necessità di disciplinare le transazioni e chiamare il sistema finanziario, che oltre ha tanto bene ha fatto anche tanti guai, a contribuire al risanamento». L'Ici per le attività commerciali della Chiesa rappresenta «un punto importante». Si tratta di «un tema che stiamo approfondend»", su cui «siamo piuttosto avanti», ha detto Monti. IL VERTICE DELLE FORZE DI MAGGIORANZA CON MONTI«È stata una serata importante, si è confermato l'impegno dei tre poli a sostenere il governo Monti, non solo sui temi economici e sociali». Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, a Napoli per impegni di partito, commentando l'incontro avuto ieri dai leader delle forze di maggioranza con il premier Monti.
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