sabato 24 settembre 2022
Salvatore Pirri si occupa di malattie rare. La pandemia ha fatto emergere nuove diseguaglianze: «Combattiamo il nazionalismo vaccinale»
Da EoF torna l'appello a garantire a tutti l'accesso al vaccino

Da EoF torna l'appello a garantire a tutti l'accesso al vaccino - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Il suo è un mestiere particolare, oggi più che mai attuale. Salvatore Pirri, 35 anni, si occupa di economia sanitaria. Prova a far andare d’accordo la 'fredda' economia – quanto costa un farmaco, un ricovero – con un materia tanto delicata e 'sofferta' quale la salute. Calabrese di Cosenza si è laureato nella sua città e ha poi proseguito gli studi, con master e dottorato all’università di Pisa presso la scuola superiore di Sant’Anna. Il suo lavoro presso la Regulatory Pharma Net (Rpn) di Pisa è capire come funzionano le performance degli ospedali, quando un trattamento può essere messo a rimborso oppure no. «Sia per attività di studio che per lavoro mi sono occupato spesso di farmaci e device per malattie rare e complesse. Sono malattie sfidanti dal punto di vista clinico (il 90% sono di natura genetica) e spesso non hanno trattamenti specifici – spiega Salvatore –. Per combatterle servono farmaci costosissimi ma è essenziale che venga garantito a tutti l’accesso alle cure». Salvatore si occupa di produrre modelli matematici 'sostenibili' per il servizio sanitario nazionale. «Studiamo modelli econometrici per far sì che il Ssn abbia la possibilità di attivare questi farmaci e che le aziende siano incentivate a fare ricerca grazie ai fondi pubblici. In gergo vengono chiamati farmaci 'orfani' perché non avendo un numero di pazienti standard rischiano di venir dimenticati. Al momento sto lavorando su un farmaco sperimentale destinato a tre adolescenti, gli unici con questa malattia in Italia, che ha un costo annuo di 780mila per paziente che per fortuna siamo riusciti a coprire».

Salvatore è un veterano di Economy of Francesco avendo già partecipato alle precedenti due edizioni. «Nel 2019 ho sentito l’appello del Papa ai giovani economisti a creare una società più inclusiva e sostenibile, aperta a nuove soluzioni. L’economia sanitaria è un tassello importante di questa 'costruzione'. Troppo spesso ci rendiamo conto che la salute è una cosa essenziale quando la perdiamo. In ambito sanitario le 'misurazioni classiche' del profitto non funzionano, il valore non è legato al profitto ma alla salute delle persone. La pandemia ha evidenziato l’importanza di programmare un’economia della salute su scala mondiale, ripensando modelli che non funzionano più. Un esempio su tutti è la questione dell’accesso al vaccino e alle cure. È emerso un pericoloso 'nazionalismo vaccinale' con enormi disparità. Non garantire l’accesso al vaccino a tutti provoca un ritorno del virus, magari sotto altre forme o 'varianti', anche nei posti in cui la popolazione si è vaccinata in massa. Ma non solo: diversi studi hanno messo in correlazione la lenta ripresa dell’economia con una distribuzione diseguale dei vaccini. C’è stata una miopia che avrà effetti negativi consistenti per l’economia mondiale : le stime parlano di 1,2 trilioni di dollari all’anno di costo del nazionalismo vaccinale in termini di Pil». Pirri è uno dei coordinatori del villaggio 'Life and life stile' che si è fatto promotore l’anno scorso della campagna 'VACsim for all' che punta a sostenere la diffusione della campagna vaccinale nei Paesi meno sviluppati. Un intervento che ha consentito l’accesso al vaccino alle popolazioni di Rio delle Amazzoni difficili da raggiungere. Tramite una serie di ong è stato possibile acquistare vaccini e kit per il Covid (test, detergenti, ecc) e avviare una campagna di sensibilizzazione. In Sud America e nell’Africa centrale la copertura stimata all’inizio del 2023 è di appena il 5% della popolazione. Ad Assisi il gruppo di lavoro sta lavorando a nuove proposte a partire da un progetto per le scuole che punta all’introduzione di modelli educativi basati sulla sostenibilità ambientale e sanitaria. In tre anni i compagni di avventura sono cambiati, ma la voglia di fare è rimasta intatta. «Nel mio villaggio siamo una cinquantina di persone, ci confrontiamo in videoconferenza con incontri a cadenza mensile. In questi anni si è creato uno 'zoccolo duro', ma ci sono anche molti ingressi passeggeri. Il professor Bruni ci ha dato questa immagine che descrive perfettamente quello che Eof significa per me – conclude Salvatore –. 'Non è un palazzo in mezzo alla città ma una tenda nel deserto in cui i ragazzi, arrivano, sostano un po’, prendono qualcosa e poi vanno via. Ha la necessità di vivere nei posti più impervi e resiste nel tempo alle turbolenze'»

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI