venerdì 5 maggio 2017
Ancora un anno positivo e il 2017 promette bene. Merito soprattutto delle esportazioni nei paesi Ue: ancora nessun effetto negativo dalla Brexit
La moda va più forte del Pil: nel 2016 cresce dell'1%
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Cresce più del Pil e non conosce crisi, anzi fa da traino al made in Italy. Per il mondo della moda il 2016 è stato un anno positivo. Meno del 2015, ma comunque con un secco 1% di crescita e un giro d'affari che sfiora i 53 miliardi. Secondo i dati, ancora provvisori, del Centro Studi di Sistema Moda Italia e Liuc, a spingere sulla crescita è soprattutto l'export, nonostante la volatilità dei mercati internazionali dovuta alle turbolenze politiche ed economiche."Il 2016 è stato un anno di crescita non entusiasmante - ha evidenziato Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda e di Pitti Immagine in occasione della presentazione della prossima edizione della kermesse fiorentina - anche perché il 2015 aveva segnato risultati molto positivi".

In generale l'export è cresciuto dell'1,7% superando i 29,5 miliardi di euro dello scorso anno. Aumento dell'import dell'1,3%, in frenata rispetto al +5,4% del 2015. In particolare, l'export diretto con i paesi europei cresce nella misura del 2,2%, mentre quello destinato ai paesi extra-Ue è dimezzato (+1,1%). Sul fronte import aumentano i flussi provenienti dall'area comunitaria, mentre cedono l'1,7% quelli extra Eu che comunque rappresentano il 56.1% del totale.

Rispetto alle vendite estere, Francia e Germania anche nel 2016 si confermano i primi due mercati di sbocco del tessile-moda, prosegue il trend favorevole della Gran Bretagna: "Gli effetti della Brexit - evidenzia Marenzi - ancora non li stiamo rilevando. Il mercato britannico va ancora molto bene, anzi con la sterlina in calo nella seconda parte dell'anno, è andata ancora meglio". Rispetto ai mercati extra-Ue, gli Stati Uniti segnano una caduta del 5,6% che va confrontata con il +17,3% del 2015. "Un rallentamento -tiene a precisare Marenzi - che è proprio figlio del boom dell'anno precedente". Cina e Hong Kong crescono e insieme valgono più degli Usa. Torna positivo il Giappone, mercato che vede crescere l'export del 6,9% e che si prevede possa crescere molto in vista delle Olimpiadi del 2020. Mostra un segno ancora negativo l'Italia con una percentuale negativa del 5%.

Segnali positivi anche nel primo trimestre del 2017: i ricavi mostrano una crescita dell'1,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre la stima sul resto dell'anno è quantomeno stabile, stando almeno al 63,5% del campione intervistato dal Centro Studi di Sistema Moda Italia per fare il punto sulla congiuntura. Il più dinamico, ancora una volta, si mostra il mercato estero, anche se lo scarto con la variazione del mercato nazionale è contenuto. Le vendite interne registrano un +1,6%, mentre quelle estere +2%. Timida crescita della forza lavoro (+0,4%), mentre la raccolta ordini nei primi tre mesi dell'anno segna +1,4%. Quella interna frena a +0,5%,mentre quella estera avanza dell'1,7%.In generale si mostrano prudenti gli operatori del settore: il 63,5%propende per una stabilità delle condizioni del mercato; confida nel miglioramento il 20,8%, mentre il 15,6% prevede un peggioramento.

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