venerdì 6 maggio 2022
In una ricerca basata sulla metodologia del "web e social listening", il vintage e l'inclusione sono tra i temi più apprezzati dal pubblico in rete
Una sfilata di moda

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Gucci e Armani si confermano i marchi di cui si parla di più sul web. Crescono, invece, le menzioni di Chanel che, rispetto all’ultimo trimestre del 2021, supera Louis Vuitton e scala in terza posizione. È quanto emerge dalla seconda edizione del Report sulla reputazione delle maison, realizzato da Comin & Partners in collaborazione con KPI6, e in partnership con Il Foglio della Moda. Nello studio, basato sulla metodologia del “web e social listening”, Gucci si conferma anche il marchio più apprezzato dal pubblico in rete, seguito da Armani e Dolce & Gabbana, che guadagna una posizione aggiudicandosi il podio. Dall’analisi, relativa al periodo ottobre 2021-marzo 2022, si riscontra una predilezione da parte degli utenti per uno stile vintage che richiami la storia dei brand. Un altro macro tema di interesse è quello dell’inclusione di genere. In tal senso, le case di moda più menzionate nelle conversazioni on line sono Prada e Valentino, che hanno fatto di questo argomento un punto di forza della propria strategia aziendale, abbracciando uno stile non binario con abiti versatili che si adattano sia al guardaroba maschile che a quello femminile. Ma anche la capacità di prendere posizione sui temi di attualità è un elemento di rilievo.

«Il punto di vista dei brand rispetto ai grandi temi è cruciale per la loro reputazione - ha dichiarato Gianluca Comin, fondatore e presidente di Comin & Partners -. Dalle scelte comunicative e di business che le maison hanno messo in atto negli ultimi due mesi si rileva, per esempio, che lo scoppio della guerra in Ucraina ha avuto un grande impatto sul settore del lusso, a conferma del fatto che il fenomeno del brand activism è oramai parte integrante delle strategie aziendali, rivelandosi fondamentale per il posizionamento del marchio».

Dall’indagine emerge, inoltre, che il mondo della moda sul web si attiva soprattutto in relazione agli eventi fisici. È un fenomeno che va sotto il nome di “phygital”. La moda si prepara poi ad approdare nel Metaverso, lo spazio tecnologico annunciato dal fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, per soddisfare le diverse esigenze di un pubblico sempre più ampio. «Dalle rilevazioni degli argomenti e del lessico delle conversazioni, emerge soprattutto la grande ambivalenza di molti frequentatori dei social. Ponti a chiedere ogni adeguatezza agli standard di sostenibilità e inclusività ai brand, ma poco disposti ad applicare le stesse rigide misure a sé stessi. Altrimenti non si spiegherebbe il boom di brand di ultra fast fashion e l'aumento nell'uso dei filtri fotografici», ha concluso Fabiana Giacomotti, docente di Fashion Studies alla Sapienza e curatrice del Foglio della Moda.

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