martedì 23 maggio 2017
Primo appuntamento realizzato dalla Luiss in collaborazione con il Comitato Leonardo. Le aziende del settore sono circa 47mila, gli occupati oltre 400mila e l’indotto quasi 53 miliardi di euro
Paola Severino, rettore della Luiss

Paola Severino, rettore della Luiss

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Quali sono i fattori alla base del successo della creatività italiana nel mondo? Come possono essere rafforzati e tutelati? Quali le principali sfide da affrontare per le imprese del Made in Italy? Questi i temi al centro del primo degli Appuntamenti con l’ingegno, volto a creare un momento di confronto tra mondo universitario, rappresentanti delle Istituzioni e protagonisti dell’industria della moda made in Italy. A inaugurare oggi il primo incontro: il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, i vertici della Luiss con la presidente Emma Marcegaglia e il rettore Paola Severino, la presidente del Comitato Leonardo, Luisa Todini, alcune firme celebri della moda italiana: Nicola Bulgari, Brunello Cucinelli e Pier Luigi Loro Piana, i vertici di Accademia di Costume e Moda, Altagamma, Camera Nazionale della Moda Italiana, Confindustria Moda, Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Fondazione Germozzi. Sono intervenuti altresì il direttore Relazioni Istituzionali e Sviluppo del Gruppo Caltagirone, Fabio Corsico, e la caporedattrice del Tg1 Moda Barbara Modesti.

«L'idea di una serie di convegni dedicati allo studio dei modelli vincenti del made in Italy nasce da due spunti culturali: il confronto con le più importanti università internazionali e l'analisi dei modelli di governance che rendono attraente il sistema Italia. In questa prospettiva, la moda, così come la qualità del cibo e la tutela del patrimonio artistico rappresentano gli emblemi di un modello di sviluppo economico e giuridico da esaminare con attenzione. Se ne vogliono esaltare le caratteristiche positive, individuare i punti di forza e di debolezza, indicare una strada per sollecitarne l'evoluzione ed assicurarne un duraturo successo. La testimonianza di alcuni dei maggiori protagonisti ed il confronto con le istituzioni rappresentano il punto di partenza per una approfondita analisi dei rapporti tra fashion, law ed economy», ha dichiarato Severino.

Marcegaglia ha aggiunto: «Oggi più mai è cruciale valorizzare la creatività d’impresa; la genialità che sempre ha contraddistinto le aziende del Sistema Italia da sola non basta. Incontri come quello di oggi sono un’occasione di confronto molto importante tra i protagonisti e decison maker sui cambiamenti in corso nel mercato dell’alta gamma, del lusso ma anche in quello del lavoro. Abbiamo ancora un potenziale altissimo, ma il Made in Italy ha bisogno di scelte coraggiose e di nuove traiettorie da seguire per competere negli scenari globali, sempre con una grande attenzione all’innovazione ma anche al fattore umano, indispensabile per alimentare e accrescere il successo delle nostre aziende».

«Quello della moda è un settore chiave dell’industria italiana e un fiore all’occhiello del made in Italy nel mondo - ha dichiarato Todini -. Siamo il terzo esportatore mondiale di tessile e abbigliamento, con un valore dell’export di quasi 30 miliardi euro. Le aziende del settore sono circa 47mila, gli occupati oltre 400mila e l’indotto quasi 53 miliardi di euro. Tuttavia, molte sono ancora le sfide che si pongono per il futuro. Innanzitutto la tutela del marchio e la lotta alla contraffazione, principalmente in quei mercati in cui gli standard di tutela della proprietà industriale sono molto bassi. Poi la nuova frontiera del digitale, con l’e-commerce che già oggi crea un indotto per le imprese italiane del fashion di oltre tre miliardi di euro. Un’onda che molte aziende della moda hanno saputo cavalcare, ma c’è ancora un gap da colmare soprattutto per le pmi e per questo ben vengano le misure messe in campo dal governo attraverso il Piano Industria 4.0. In un mondo sempre più interconnesso, si inserisce infine anche l’esigenza di salvaguardare l’autenticità creativa del genio italiano: dobbiamo quindi guardare al futuro tutelando nel contempo la nostra tradizionale artigianalità, che rende i prodotti made in Italy unici e per questo inimitabili».

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