venerdì 30 ottobre 2020
Meet è un luogo di incontro fisico e virtuale, di scambio e confronto on line e on site attraverso digital experience, workshop, masterclass, attività formative e servizi creativi
Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente di Meet

Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente di Meet - Archivio

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Una casa per il digitale, un luogo di incontro fisico e virtuale, di scambio e confronto on line e on site attraverso digital experience, workshop, masterclass, attività formative e servizi creativi dedicati alle opportunità espressive e culturali del digitale, per stimolare unione e connessione da Milano verso il mondo: tutto questo è Meet, il centro internazionale per la cultura digitale con il supporto di Fondazione Cariplo. Ideato e presieduto dalla critica d’arte e umanista Maria Grazia Mattei, Meet vuole contribuire a colmare il divario digitale italiano nella convinzione che l’innovazione sia un fatto culturale prima ancora che tecnologico e che, mai come oggi, sia necessario colmare il divario fra persone e tecnologie a partire dal capitale umano: Humans Meet Digital è, infatti, il claim che connota il centro.

«Ora più che mai, Meet è un presidio del digitale per superare l’isolamento e connettere Milano e l’Italia con il mondo. Non è “solo” una sede espositiva. Meet è una vera e propria content factory. È un laboratorio creativo aperto a tutti coloro che, in Italia e nel mondo, cerchino una piattaforma capace di progettare e produrre format digital-first e farli “rimbalzare” ovunque. La sede di Meet è un corpo ibrido, capace di vivere in forma fisica e allo stesso modo in forma virtuale. Lo stiamo già facendo con le decine di partner internazionali che sono in rete con noi, co-creando lecture, workshop e persino un Simposio internazionale con modalità interattive ed empatiche nonostante il distanziamento fisico», ha dichiarato Mattei.

«Il futuro si costruisce a partire dalla crescita delle persone e dalla possibilità che tutti avranno di accedere a occasioni di cultura e di apprendimento. L’accesso alla connessione e la dimensione digitale giocano un ruolo assolutamente cruciale e specialmente in questo momento dobbiamo indirizzare tutte le nostre risorse di capacità e di creatività nella ricerca di nuovi approcci che supportino la connessione tra persone, comunità e attori sociali. La sfida di Meet, che Fondazione Cariplo sostiene fin dalla sua nascita, è tracciare questa nuova via: essere un luogo - fisico e virtuale - di innovazione culturale che mette al centro il fattore umano e lo potenzia creando nuove connessioni digitali», ha commentato Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo.

Meet è in via Vittorio Veneto 2, nel cuore di Porta Venezia. A ospitarlo è un edificio di inizio Novecento che si sviluppa su 1.500 metri quadrati distribuiti su tre piani, riprogettati dall’architetto Carlo Ratti con il suo studio, rispondendo alla sfida di creare una casa per la cultura digitale. Il progetto è imperniato sulla spettacolare Living Staircase, la scala abitata capace di diventare di volta in volta teatro o spazio di lavoro, l'edificio interpreta le idee di interconnessione e partecipazione. Elemento chiave di Meet è anche l’Immersive Room, la sala immersiva dotata di 15 proiettori che offrono immagini estremamente luminose in 4K per una proiezione continua su tre pareti a 270°, e sul “Theater” da 200 posti con tre superfici di proiezione. Non di meno la luce Artemide è parte integrante dello spirito di Meet. In tutto l’edificio la luce segue i ritmi delle persone. Si declina con presenze espressive e scenografiche come nell’ingresso o lascia che sia semplicemente la luce pura a raccontare e sottolineare l’architettura, gli eventi, la comunicazione.

Dal 31 ottobre nella sala immersiva di Meet è allestita l’installazione site-specific Renaissance Dreams di Refik Anadol, il primo lavoro in Italia del media artist e regista turco, che vive e lavora a Los Angeles. L’opera è stata realizzata appositamente per Meet con un’intelligenza artificiale addestrata a generare forme dinamiche e sempre diverse: il processo creativo uomo-macchina è partito da migliaia di immagini open-source di opere d’arte e d’architettura del Rinascimento. Un dataset immenso che algoritmi Gan hanno elaborato e rivisitato, cambiando forme, colori e con l’aggiunta di suoni originali. Il risultato è una “passeggiata” ipnotica sulle tracce della storia dell'arte italiana che è costruita su misura per gli spazi di Meet. Un messaggio di bellezza e rinascita offerto al nostro paese. “Renaissance Dreams” sarà aperta gratuitamente al pubblico fino al 10 gennaio 2021 (ingresso solo su prenotazione a www.meetcenter.it).

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì - 15/19 - Ingresso solo su prenotazione al sito: www.meetcenter.it.

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