giovedì 14 gennaio 2016
Si tratta di un fenomeno che riguarda principalmente la popolazione di nazionalità italiana (81,8%), di cui l'età media è di 34,8 anni per gli uomini e 36 per le donne, e il 75% dei trasferimenti avviene in età lavorativa (18-64 anni). Meta la Lombardia (nella foto Milano), seguita da Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna.
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Sono stati 1,3 milioni gli italiani 'con la valigia' nel 2014, che hanno trasferito la propria residenza all’interno dei confini nazionali, dato in calo rispetto al 2013, dove si contavano circa 10mila movimenti in più (-3,6%). Ed è la Lombardia la 'terra promessa' dei migranti di mezza Italia. È quanto emerge da elaborazioni dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat. Si tratta di un fenomeno che riguarda principalmente la popolazione di nazionalità italiana (81,8%), di cui l'età media è di 34,8 anni per gli uomini e 36 per le donne, e il 75% dei trasferimenti avviene in età lavorativa (18-64 anni). Tra chi 'migra' nella Penisola, gli spostamenti sono principalmente a breve e medio raggio: il 60,3% si muove nella stessa provincia, il 15,3% in un'altra provincia della stessa regione. Mentre gli spostamenti interregionali rappresentano il 24,3% della migrazione interna in Italia diretta principalmente verso la 'macroregione' Lombardia-Piemonte-Emilia Romagna, ben collegata dall’arteria dell’alta velocità. Guardando al numero dei trasferimenti di residenza tra comuni italiani per regione, dunque, la Lombardia resta il 'sogno americano': scelta come prima regione di destinazione per chi 'parte' da Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto. Al secondo posto il Lazio e poi Piemonte ed Emilia Romagna. Le regioni in cui il saldo migratorio, vale a dire la differenza tra iscrizioni e cancellazioni per cambi di residenza in Italia, è più alto sono Trentino Alto Adige (2,5 trasferimenti ogni mille abitanti) Emilia-Romagna (1,7), e Lombardia (1,3). Si parte di più da Basilicata (-2,9), Calabria (-2,8) e Campania (-2,6).

Considerando il saldo migratorio, vale a dire la differenza in valori assoluti tra iscrizioni e cancellazioni dovute a trasferimenti di residenza tra diversi Comuni, in rapporto alla popolazione residente, sono Bologna, Como e Trieste le province più attrattive per gli italiani che cambiano vita: a Bologna si registrano 3,7 trasferimenti ogni mille abitanti, a Como a 2,9 e a Trieste 2,7, mentre i valori a Milano e Roma scendono rispettivamente a 2,1 e 1,9 spostamenti di residenza ogni mille abitanti. Meno attrattive le province del Sud: si registrano perdite soprattutto nelle province di Vibo Valentia (-4,2 trasferimenti ogni mille abitanti), Caltanissetta (-3,9), Enna (-3,8) e Reggio Calabria (-3,8). Guardando al valore assoluto del saldo migratorio interno per provincia, Roma e Milano sono in testa alla classifica rispettivamente con 8.055 e 6.755 trasferimenti di residenza da fuori provincia. Verso il capoluogo lombardo arrivano anche da fuori regione, circa 1 su 10 di chi si trasferisce da Barletta va a Milano, percentuale elevate anche da Novara (l’8,3% sul totale dei trasferimenti dei novaresi), Caltanissetta (7,2%), Reggio di Calabria (6,8%) e Crotone (6,7%). Da chi arriva fuori dal Lazio, Roma è preferita da L’Aquila (il 17,8% degli aquilani che si spostano in Italia è diretto verso la capitale), Isernia (11,4%), Terni (10,8%), Potenza, (8,4%) e Matera (8,1%).
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