venerdì 14 giugno 2019
Oltre agli apicoltori, le aziende di confezionamento hanno bisogno di ingegneri gestionali e tecnici specializzati sulle linee di produzione
Miele, nel 2018 tengono i consumi e aumenta la produzione
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Notizie buone come il miele per i circa 50mila apicoltori italiani. E non soltanto per loro. Dopo un 2017 difficile, la produzione nazionale ha segnato una ripresa nel 2018, come emerge dai dati diffusi dal Gruppo di Miele di Unione Italiana Food: la più grande associazione italiana del settore alimentare che raggruppa 450 imprese produttrici di beni alimentari di oltre 20 settori merceologici, tra cui i confezionatori di miele.

Nel 2018 la produzione apistica italiana si è attestata sulle 11mila tonnellate (+22% rispetto al 2017). L’industria del miele ha registrato un fatturato di circa 165 milioni di euro (in leggera flessione rispetto al 2017). I consumi hanno tenuto: ogni italiano ha mangiato circa mezzo chilo di miele, tra consumo diretto al vasetto e indiretto attraverso i dolciumi.

Il gruppo Miele di Unione Italiana Food sottolinea come, sul fronte dei controlli, l’Italia, spicca per requisiti e garanzie di legge sul resto del mondo. La legislazione nazionale obbliga inoltre da tempo le aziende italiane che confezionano il miele, a indicare sempre in etichetta tutti i Paesi di origine dei mieli che compongono le miscele: «Fatto che mette il consumatore italiano nell’assoluta consapevolezza di conoscere i Paesi di origine del prodotto che sta acquistando – spiega Raffaele Terruzzi, presidente del Gruppo Miele di Unione Italiana Food – e che conferma che il miele è stato realmente confezionato nel nostro Paese. Le aziende confezionatrici italiane selezionano le forniture delle materie prime ed eseguono controlli meticolosi anche attraverso metodiche analitiche all’avanguardia per assicurare al consumatore solo miele d’api puro e sicuro».

Il miele è un prodotto totalmente naturale, fondamentale per il benessere. Apporta sostanze importanti e necessarie per l’organismo come vitamine, sali minerali, oligoelementi, zuccheri e amminoacidi. Inoltre, ha un’azione protettiva e disintossicante per le sue proprietà antisettiche, che preservano da aggressioni e sviluppi batterici. Infine il miele può trovare diverse occasioni di consumo nell’arco della giornata, a colazione, ma non solo. Anche dal punto di vista del lavoro, la filiera rappresenta una voce importante del comparto agroalimentare e dell'economia nazionale. Per l’Italia si tratta per lo più di piccoli produttori (circa il 65%) che producono miele per autoconsumo. Il resto produce per il mercato, ma per la maggior parte integrano il reddito, non essendo professionisti: cioè non sono veri e propri imprenditori apicoli che vivono solo di miele (questi sono intorno ai 4mila). A loro vanno aggiunti gli addetti delle industrie di confezionamento del miele (poche centinaia).

Numerose le persone che si avvicinano al settore, questo emerge anche dalle previsioni della Commissione europea che mostrano una tendenza in aumento per il biennio futuro per l’Italia (da 50mila a 56mila apicoltori). Inoltre le aziende di confezionamento hanno bisogno di ingegneri gestionali e tecnici specializzati sulle linee di produzione. Per non parlare di addetti alle vendite ed export manager. Insomma notizie buone come il miele anche per chi cerca un'occupazione.

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