mercoledì 25 maggio 2016
​Fiom, Fim e Uilm: sciopero di 12 ore e blocco di due giorni degli straordinari. Gli industriali tirano dritto.
Metalmeccanici, è rottura sul contratto
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Non sono bastati oltre sei mesi di trattativa e quattro ore di sciopero per sciogliere il rebus del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici: dall’incontro a Viale dell’Astronomia tra sindacati e Federmeccanica arriva l’ennesima fumata nera, che porterà di nuovo le tute blu a incrociare le braccia, questa volta per 12 ore, e a scendere in piazza, con l’aggiunta di due giorni di blocco degli straordinari.Nonostante i passi avanti fatti in tema di formazione, assistenza sanitaria e previdenza, a paralizzare il tavolo rimane il nodo economico, che vede gli industriali fermi nella richiesta di rimandare gli aumenti alla contrattazione aziendale e i sindacati che chiedono un contratto che garantisca il potere d’acquisto di tutti i metalmeccanici. «L’unica disponibilità, dopo tutto questo tempo, è la semplice riedizione e applicazione dello stesso schema, ovvero un contratto a valere per una quota di lavoratori inferiore al 5% della categoria», recita il comunicato unitario di Fiom, Fim-Cisl e Uilm in cui si proclama lo sciopero come strumento «per cominciare una vera trattativa perché non c’è più tempo da perdere».La mobilitazione partirà già nei prossimi giorni con quattro ore di sciopero articolate localmente e altre otto in cui, a seconda delle regioni, si fermeranno i lavoratori tra il 9 e il 10 giugno. Agli scioperi si affiancheranno manifestazioni di piazza regionali e il blocco degli straordinari e della flessibilità sabato 28 maggio e sabato 11 giugno.Nemmeno la proclamazione dello sciopero sembra però far cambiare idea all’associazione delle imprese meccaniche, con il direttore generale Stefano Franchi che ribadisce il suo obiettivo: «Generare ricchezza nelle nostre aziende e distribuirla dove si genera», ribadendo però l’apertura al confronto «riteniamo si possa fare insieme, siamo per il dialogo e pensiamo si possa trovare una soluzione insieme».Non sembrano invece convinti di una possibilità di incontro su questa strada i leader dei sindacati: Maurizio Landini della Fiom-Cgil definisce la proposta «non accettabile perché si vuole imporre che il salario non cambi più per tutti con il contratto nazionale». Stessa linea per il segretario Fim-Cisl Marco Bentivogli, «la proposta di dare una risposta salariale solo al 5% dei metalmeccanici è per noi inattuabile». Mentre per la Uilm-Uil Rocco Palombella sintetizza: «Non ci sono stati passi avanti, per noi non si può continuare così».
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