venerdì 14 settembre 2018
Duemila persone in Duomo a Torino per la Messa in ricordo del manager Fca scomparso il 25 luglio. Assenti i rappresentanti del governo. Nosiglia: «Ha fatto fruttare i talenti che Dio gli ha dato»
Operai e manager uniti a Torino nel nome di Marchionne
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Il ricordo, il rispetto, il talento. Sono le tre parole chiave della commemorazione religiosa per Sergio Marchionne che ha riunito duemila persone questa mattina a Torino per ricordare il grande manager scomparso il 25 luglio scorso. Erano presenti i vertici dell'economia italiana accanto alla compagna Manuela, ai parenti giunti dall' Abruzzo, ai vertici del Gruppo Fca, il presidente John Elkann e il nuovo ad Mike Manley, delegazioni di lavoratori provenienti da tutti gli stabilimenti Fiat-Chrysler, Cnh e Ferrari in tuta di lavoro.

Di Marchionne l'arcivescovo Nosiglia ha ricordato «il coraggio, la sua intelligenza - anche spregiudicata a volte -, il cammino della sua vita, lungo il quale ha conosciuto bene la condizione difficile dell'emigrato. Un cammino in cui ha imparato la tenacia necessaria per guadagnarsi i suoi talenti, attraverso lo studio e il duro lavoro, facendoli poi fruttare nelle situazioni in cui la vita lo ha portato. Quando guardiamo alla vita che conducono i ricchi e i potenti - ha sottolineato durante l'omelia - ci sembra sempre che essi non abbiano problemi; non siamo portati ad accorgerci dei loro drammi personali e umani. Ma poi, quando arriva una malattia incurabile, a cui segue repentina la morte, allora emerge la solitudine che ha provato anche il Figlio di Dio sulla croce. A Sergio Marchionne è stato affidato un patrimonio glorioso, nel momento in cui era più gravemente compromesso. C’era bisogno non solo di risanare conti economici ma, insieme, di ricostruire il senso della “fabbrica” in rapporto alla città che con la fabbrica era cresciuta e sulla fabbrica aveva costruito il suo destino di metropoli. Il suo lavoro, a Torino come in America, è stato per tutti uno sprone a non perdere mai la speranza, ci ha aiutato a comprendere che dobbiamo continuamente fare i conti con la nostra storia, ma che non dobbiamo aver paura del nuovo, dell’aggiornare i nostri orizzonti; dobbiamo considerare le difficoltà come opportunità su cui scommettere, non accontentandosi mai dei risultati raggiunti ma guardando in avanti verso nuovi e ambiziosi obiettivi».

Video - L'omelia dell'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia

In rappresentanza della Juventus erano presenti il presidente

Andrea Agnelli, Massimiliano Allegri e Chiellini. Per la Ferrari, l'ad Louis Camilleri e la presidente di Cnh, Suzanne Heywud. Ed ancora Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens. Non è intervenuto nessun rappresentante della maggioranza di governo, mentre gli ex premier Mario Monti e Matteo Renzi hanno voluto rendere omaggio al manager di Fca. A rappresentare la città di Torino e la regione, la sindaca Chiara Appendino, il prefetto Saccone e Sergio Chiamparino. Nella chiesa gremita, tanti rappresentanti del mondo imprenditoriale ed economico: l'ad di Unicredit Mustier, Marco Tronchetti Provera e Zegna, Alberto Bombassei, Gabriele Galateri, Raffaele Jerusalmi. Ed ancora Luca De Meo, ad di Seat, gli ex manager del gruppo Alfredo Altavilla, Paolo Monferino e rappresentanti del mondo sindacale

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Particolarmente commosso John Elkann che ha concluso la celebrazione con un intervento durante il quale non è riuscito a trattenere le lacrime: «Dicevi sempre: "io sono un metalmeccanico", consapevole che da solo non avresti raggiunto i traguardi che hai tagliato. Hai insegnato a tutti noi a pensare diversamente, ad avere il coraggio di cambiare, e di fare. A non aver paura. Va in pace, caro amico».

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