martedì 4 giugno 2019
Le immatricolazioni sono scese dell'1,2% nonostante la potenziale richiesta di rinnovo del parco circolante resti alta. L'Unrae: «Indispensabile un intervento sulla fiscalità delle vetture aziendali»
L'auto come l'economia: a maggio nello stagno
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In maggio sono state immatricolate in Italia 197.307 autovetture con un calo dell’1,2% rispetto allo stesso mese del 2018. Secondo gli analisti il risultato è stato influenzato positivamente da un maggior ricorso alla prassi dei km zero e negativamente dai persistenti effetti della demonizzazione del diesel. Il dato di maggio è comunque coerente con l’andamento dell’economia e porta il consuntivo dei primi cinque mesi del 2019 a quota 910.093 con un calo sullo stesso periodo del 2018 del 3,8%. «Il bilancio non è positivo - commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - ma occorre considerare che la crescita dell’economia italiana si è esaurita alla fine del primo semestre 2018 per lasciare spazio ad una sostanziale stagnazione. E’ comunque del tutto evidente che il condizionamento maggiore che grava sulla domanda di autovetture è costituito dalla situazione economica e che esiste un notevole serbatoio di domanda di sostituzione insoddisfatta pronta a scaricarsi sul mercato se finalmente si adottassero misure per rilanciare la crescita economica del Paese e naturalmente anche se si varassero misure specifiche per accelerare la sostituzione di un parco circolante in larga misura fortemente inquinante e poco sicuro».

Forte calo del diesel, raddoppio per le elettriche

L’analisi dei dati di mercato rileva per le alimentazioni un altro forte calo del diesel, che perde 1/5 dei volumi immatricolati, fermandosi nel mese al 41,8% di quota, con una perdita di circa 10 punti percentuali (al 42,8% di quota nei primi 5 mesi, -11,3 p.p.). Della flessione del diesel continua a beneficiarne la benzina, che in maggio cresce del 22,5% e sale al 43,7% di rappresentatività, valore allineato a quello del cumulato gennaio-maggio (43,4%). Anche le ibride proseguono in maggio il trend di ottima crescita (+34,7% in volume), raggiungendo il 5,4% di quota (+1,5 punti), con un 5,3% di rappresentatività nel cumulato gennaio-maggio. Spinte dal bonus entrato in vigore il 1 marzo scorso, le vetture elettriche quasi raddoppiano i volumi immatricolati, salendo allo 0,6% sul totale mercato. In forte calo invece il metano che si ferma all’1,9% nel mese e all’1,5% nel cumulato, mentre segna in maggio un +5,1% il Gpl.

Crescono Dacia e Seat, calo per Fca

A livello di singoli marchi, spiccano - fra i brand più diffusi - il -50,97% di Alfa Romeo, con 2.348 unità immatricolate (nel
maggio 2018 erano state 4.789), il -34,26% di Jaguar, mentre Land Rover perde il 29,23% e Nissan il 23,67. Aumento mensile invece per Dacia che cresce del 42,07% a 8.956 unità e una quota cresciuta al 4,54% del mercato (3,16% un anno fa) mentre Seat cresce del 32,76% a 2.865 unità (e una quota dell'1,45%). In cima alla classifica generale si conferma Fiat, piuttosto stabile con 34.900 unità vendute a maggio (-1,42%) e una quota del 17,69% seguita da Volkswagen con 9.713 unità (+5,05%) e una quota cresciuta al 9,57%. A livello di Gruppo invece Fca, in attesa degli sviluppi dell'operazione con Renault, cede il 6%, (il 12% dall'inizio dell'anno) ma si consola con sei modelli nella top ten delle più vendute: Jeep leader nel segmento dei Suv, Alfa Romeo Stelvio più venduta nel suo segmento e Alfa Romeo Giulia leader tra le berline nel progressivo annuo.

L'Unrae: indispensabile un intervento sulla fiscalità

Convinzione comune degli addetti ai lavori è la necessità di un intervento sulla fiscalità per rilanciare il mercato. «Nello scenario attuale – afferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – abbiamo accolto con grande interesse le recenti dichiarazioni del ministro Salvini sull’impegno del Governo ad operare già nella manovra finanziaria del prossimo autunno per portare al 100% la detraibilità dell’IVA sulle auto aziendali. Riteniamo che la revisione della fiscalità sia una delle leve strategiche per lo sviluppo e il rilancio delle imprese italiane, aumentandone la competitività anche nei confronti di quelle straniere che, non solo beneficiano di una detraibilità totale dell’IVA sulle auto aziendali, ma anche di maggiori deducibilità. Misure del genere potrebbero rappresentare un volàno per incentivare le imprese ad aumentare gli investimenti e di conseguenza anche uno strumento per accelerare il rinnovo del parco circolante, che al momento presenta tassi di sostituzione assolutamente insufficienti. Una manovra in tal senso – conclude Crisci – potrebbe portare volumi incrementali stimati nell’ordine delle 100.000 unità, con ritorni benèfici per l’Erario in termini di maggior gettito IVA e IPT, da noi calcolati in circa 450 milioni di euro l’anno, rendendo non necessaria una copertura finanziaria, per non parlare degli effetti positivi su ambiente e sicurezza della circolazione».

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