lunedì 3 settembre 2012
​In cinque anni il numero di lavoratori tra i 15 e i 34 anni è diminuito di circa un milione e mezzo, ovvero del 20%.

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​Il rapporto tra giovani e lavoro appare sempre più critico, il sacrificio imposto dalla crisi presenta cifre in continuo peggioramento: dagli ultimi dati dell'Istat sul secondo trimestre 2012 emerge come in cinque anni il numero di occupati tra i 15 e i 34 anni sia diminuito di circa un milione e mezzo, ovvero del 20%. Un vero e proprio crollo che va ad alimentare l'esercito dei disoccupati, con gli under 35 alla ricerca di un posto che raggiungono quota 1.386.000. Insomma gli effetti della recessione si fanno sentire soprattutto sulle nuove generazioni e, analizzando nel dettaglio i dati dell'Istituto di statistica, le più recenti rilevazioni non fanno che allungare il 'bollettino di guerra': gli occupati nella fascia d'età compresa tra i 15 e 34 anni risultano scesi sotto la soglia dei sei milioni. Mettendo a confronto il secondo trimestre del 2012 con lo stesso periodo del 2007, si passa da 7,3 milioni a 5,9 milioni (-19,9%). Solo nell'ultimo anno il calo è stato di 230 mila unità. Allo stesso tempo vanno crescendo i giovani disoccupati. Tra chi è in cerca del primo impiego e chi è a caccia di un nuovo posto dopo aver perso il precedente, fatto reso più frequente anche dall'aumento della precarietà. Più complessa è la situazione degli over 34. Pur se la maggioranza dei senza lavoro resta giovane (51,2%) la disoccupazione si fa largo con prepotenza anche tra i più adulti, tra loro 1 milione 320 mila persone è alla ricerca di un impiego.D'altra parte nel secondo trimestre, evidenzia l'Istat, circa la metà dell'aumento della disoccupazione è alimentato dai lavoratori 'maturi'. Tuttavia la fascia d'età più anziana, gli occupati tra i 55 e i 64 anni, vede salire il numero degli occupati nel giro di un solo anno, dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, dell'8%, un rialzo che arriva al 26% se si tiene conto degli ultimi cinque anni (+626 mila unità). Non è quindi un Paese per giovani, piuttosto l'ultima fotografia sul mondo del lavoro restituisce l'immagine di un'Italia avvilita, con il numero degli scoraggiati, coloro che dichiarano di non essere alla ricerca di un lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo, pari a 1 milione 664 mila, il dato più alto dall'inizio delle serie storiche dell'Istat, ovvero dal 2004.
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