sabato 3 ottobre 2020
La giovane del gruppo “Energia e povertà” di Economy of Francesco: «I miei studi sull’economia a basse emissioni»
Mariana Reis Maria

Mariana Reis Maria

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Quando una enciclica diventa l’ispirazione per una tesi di laurea e la svolta di una carriera accademica! «La Laudato Si’ mi ha dimostrato che la questione ambientale è centrale e inseparabile dallo sviluppo economico e dalla giustizia sociale. Poi è arrivato The Economy of Francesco, per me molto più di un’opportunità di studio e ricerca: è una chiamata». Cresciuta in un paese della periferia brasiliana, Mariana Reis Maria sta facendo un dottorato di ricerca all’Universidade Estadual de Campinas. «Il senso della mia fede – dice Mariana – sta nell’amare il Creato e lottare per un mondo migliore dove i più bisognosi possano avere opportunità e dignità. Questi principi sono i pilastri anche della mia carriera accademica: un’occasione per ripensare l’economia e trasformare il paradigma economico che esclude i poveri e distrugge il pianeta. La mia ricerca si occupa della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Attualmente sto lavorando su modelli di simulazione alternativi per misurare gli impatti economici e sociali dell’investimento in energie rinnovabili».

Mariana è una delle giovani coordinatrici del gruppo tematico che in Economy of Francesco si occupa di Energia e povertà. La transizione energetica è parte essenziale di quelle azioni finalizzate a rallentare i cambiamenti climatici per far sì che l’incremento della temperatura del pianeta resti inferiore ai 2°C, confine stabilito dall’Accordo di Parigi nel 2015. Tuttavia, la transizione energetica deve affrontare enormi barriere. «Dal punto di vista dell’economia evolutiva, base teorica della mia ricerca, la finanza non è neutrale e nelle decisioni degli investitori vengono presi in considerazione altri aspetti oltre al profilo “rischio– rendimento” di un progetto innovativo. Queste decisioni selezionano le tecnologie che verranno sviluppate». Il dibattito internazionale sulla questione della tutela ambientale ha concentrato l’interesse sulla transizione verso un’economia “verde” promuovendo un percorso globale verso un modello di sviluppo economico basato sulla decarbonizzazione. In questo contesto, la finanza ha acquisito un ruolo sempre più importante attraverso la mobilitazione di capitali diretti verso progetti sostenibili. Inizialmente non è stato facile per gli investitori e i mercati finanziari comprendere le opportunità del green business, considerando la mancanza di dati disponibili sul rischio climatico delle imprese e sui rendimenti degli investimenti verdi. E Mariana chiarisce: «La mia ricerca è legata all’idea che l’attuale sistema economico non promuove la giustizia sociale ed è costruita su una logica finanziaria incompatibile con la gestione responsabile delle risorse del pianeta. La costruzione di un nuovo pensiero economico è parte del mio impegno di giovane studiosa, mi ha accompagnato negli anni dell’università e continua ad essere un punto cruciale dei miei studi di dottorato poiché la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio richiede una trasformazione infrastrutturale ma anche nuovi modi di pensare la società e l’economia. Gli impatti economici e sociali del cambiamento climatico e i benefici di una transizione a bassa energia sono stati sottovalutati nei modelli economici tradizionali. Modelli che non sono riusciti a promuovere la giustizia sociale e a proteggere l’ambiente». Tuttavia, la crescente attenzione internazionale in materia di energia e clima ha fatto emergere le ragioni in favore degli investimenti volti alla riduzione delle emissioni di carbonio. Nel corso degli ultimi decenni, si è verificata un’accelerazione dell’impegno finanziario in chiave green. Con il termine “finanza verde” si indica un sistema finanziario focalizzato sul supporto verso investimenti e politiche che mirano alla difesa dell’ambiente e del clima. Tale sistema non comprende solo il finanziamento di specifici progetti di natura pubblica o privata ma comprende anche il supporto a politiche pubbliche a vantaggio dell’ambiente: le energie pulite, la protezione della biodiversità, l’efficienza energetica, i trasporti sostenibili, la gestione idrica, le azioni di adattamento e mitigazione degli effetti climatici. Mariana sta studiando gli impatti delle politiche finanziarie verdi come le tasse sul carbonio, i sussidi verdi e degli investimenti pubblici verdi nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, nonché gli effetti macroeconomici in termini di crescita, disoccupazione, stabilità finanziaria, produzione e consumo di energia verde ed emissioni di CO2. Investimenti che aiuteranno a diminuire le costose importazioni di energia, diversificare le fonti, contrastare la precarietà energetica, ridurre le emissioni, creare posti di lavoro e supportare le Pmi. Buon lavoro Mariana!

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