martedì 22 dicembre 2009
L'annuncio ribadito, nonostante le proteste, durante la presentazione del piano industriale Fiat a Palazzo Chigi. Marchionne ha parlato di «condizioni di svantaggio competitivo» e di difficoltà strutturali, perché lo stabilimento «è in perdita». Per i prossimi due anni pronti investimenti per oltre 8 miliardi.
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"Abbiamo un piano ambizioso per la Fiat, soprattutto in Italia". Così l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha aperto la riunione con governo e sindacati a palazzo Chigi. "I progetti sono ambiziosi. Bisogna conciliare i costi industriali con la responsabilità sociale" ha detto, annunciando che nei prossimi due anni gli investimenti della Fiat in Italia ammonteranno a 8 miliardi. Presentando il piano industriale del Lingotto Marchionne ha aggiunto che prevede "per il 2010 una domanda di auto stabile". Il contesto per il mercato dell'auto "continua a essere sfavorevole" ha detto Marchionne. In questo quadro "Chrysler è fondamentale per Fiat", considerato anche che gli impianti della ex-Bertone, acquisiti di recente dalla Fiat, "costruiranno due modelli" per il marchio americano. Nel biennio 2010-2011 il Gruppo Fiat produrrà undici nuovi modelli auto tra cui il nuovo Doblò, Giulietta, la nuova Panda e la nuova Y ha detto l'amministratore delegato. In Europa, ha spiegato il top manager, "continua la sovracapacità produttiva". Negli Stati Uniti, intanto, "il problema è stato affrontato con coraggio". C'è una "forte disparità dei livelli di utilizzo della manodopera tra gli stabilimenti auto di Fiat italiani ed esteri" ha detto poi Marchionne. "Dobbiamo affrontare il problema di petto, da quello che decideremo dipende il nostro futuro. Se non ce la facciamo sarebbe una rovina", ha aggiunto. "Vogliamo che l'incontro di oggi sia tutt'altro che rituale", ha detto poi Marchionne. "Occorre conciliare i costi industriali con la responsabilità sociale: il puro calcolo economico avrebbe conseguenze dolorose che nessuno vuole. Un'attenzione esclusiva al sociale condurrebbe tuttavia alla scomparsa dell'azienda". «Termini Imerese chiuderà». Parlando poi dello stabilimento di Termini Imerese Marchionne ha confermato che la produzione di auto cesserà a dicembre 2011, motivando questa decisione con le "condizioni di svantaggio competitivo e le difficoltà strutturali" in cui il gruppo si trova a operare nel sito siciliano. Marchionne ha sottolineato "il delta di costi eccessivo", aggiungendo che lo stabilimento "è in perdita e oggi non possiamo più permettercelo". La Fiat è pronta a discutere una "proposta di riconversione" sia con la Regione Sicilia che con gruppi privati, ha detto Marchionne indicando la disponibilità a trovare soluzioni al di fuori della produzione di automobili. "Siamo pronti a mettere a disposizione lo stabilimento", ha aggiunto. All'incontro sono presenti per il governo, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, i ministri del Lavoro, Maurizio Sacconi, dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, degli Affari regionali, Raffaele Fitto. Per i sindacati ci sono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e i rappresentanti di Fiom, Fim, Uilm e Ugl metalmeccanici. Intorno a palazzo Chigi c'è un presidio dei lavoratori degli stabilimenti di Termini Imerese, Pomigliano d'Arco e Arese.
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